Carpi tra nostalgia e futuro: quando i ricordi costano 350mila euro


Carpi tra nostalgia e futuro: quando i ricordi costano 350mila euro

Ieri Carpi si è specchiata nei suoi paradossi più eloquenti: una città che elegge una nuova guida scout mentre interroga il destino di una colonia montana, che celebra la gentilezza mondiale mentre discute di integrazione vera. Un affresco perfetto della nostra contemporaneità, dove il passato pesa come un macigno da 350mila euro e il futuro si costruisce con piccoli gesti quotidiani.

La matematica dei ricordi è spietata: la casa vacanze Hotel Valparadiso di Borgo Valsugana, acquistata nel 1972 per 103 milioni di lire quando ancora le lire avevano un senso, oggi chiede un pedaggio salato per continuare a esistere. Quattordici camere con bagno in comune, ventitré senza: numeri che raccontano un'epoca in cui la condivisione era virtù, non disagio. L'assessore Paolo Malvezzi ha snocciolato le quattro opzioni con la precisione di un ragioniere: locazione, concessione, accordo con altri enti o vendita. Quattro strade per dire addio a un pezzo di storia senza sembrare nostalgici incalliti.

Ma mentre gli amministratori fanno i conti con i fantasmi del turismo sociale, Chiara Consorti prende le redini degli scout carpigiani con la determinazione di chi ha fatto della Promessa scout una filosofia di vita. Quarant'anni, due figli, una vita dedicata al movimento: l'antitesi perfetta del cinismo contabile. "Lo scautismo per me è una scelta quotidiana", dice, e in quelle parole c'è tutta la differenza tra chi investe nel futuro e chi liquida il passato.

La gentilezza come antidoto arriva puntuale con l'iniziativa della Casa del Volontariato per la Giornata mondiale della Gentilezza. Un pannello in via Peruzzi che invita a "salutare le persone che incontri per strada" o "raccogliere la spazzatura per terra". Gesti che una volta erano educazione, oggi sono rivoluzione. Giulia Pellizzari parla di "contemporaneità nervosa e irritabile": una diagnosi che calza a pennello anche per chi deve decidere se vendere la colonia montana o investirci altri soldi pubblici.

E mentre Carpi si interroga sui piccoli gesti quotidiani, da Concordia sulla Secchia arriva la lezione del Rapporto Caritas-Migrantes sull'integrazione. Maria Costi è lapidaria: "Questi dati non fotografano un problema etnico, ma sociale". Una precisazione che dovrebbe essere ovvia ma che, evidentemente, non lo è. Lo sport come fattore di inclusione, la scuola da rafforzare, il lavoro dignitoso: un programma che suona rivoluzionario nella sua semplicità.

Il filo rosso che lega queste quattro storie è la tensione tra ideali e pragmatismo, tra memoria e necessità. Gli scout crescono ragazzi responsabili da quasi un secolo, ma la colonia che doveva essere finestra sulla montagna per le famiglie carpigiane non ha mai raggiunto il pareggio di bilancio. La gentilezza si celebra con un pannello, ma l'integrazione richiede investimenti strutturali. I piccoli gesti costruiscono comunità, ma i grandi problemi chiedono scelte coraggiose.

Carpi ieri ha mostrato il suo volto migliore: quello di una comunità che non rinuncia a educare, che crede nella gentilezza quotidiana, che affronta i temi complessi senza demagogia. Ma ha anche rivelato la sua fragilità: quella di una città che fatica a conciliare i sogni del passato con i bilanci del presente, che celebra i valori ma deve fare i conti con i costi. Una città normale, insomma. Umana nelle sue contraddizioni, saggia nelle sue scelte, testarda nella sua voglia di costruire futuro anche quando il passato pesa 350mila euro.



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