Carpi e la guerra degli insetti: quando l'estate si fa entomologica


Carpi e la guerra degli insetti: quando l'estate si fa entomologica

Se qualcuno, tra cinquant'anni, dovesse scrivere la storia dell'estate 2024 a Carpi, potrebbe intitolare il capitolo "L'anno in cui gli insetti conquistarono la città". Perché quello che emerge dalle cronache di ieri è il ritratto di una comunità alle prese con una vera e propria invasione multi-specie, dove perfino le formiche hanno scoperto i vantaggi della sanità pubblica.

La vicenda del Pronto Soccorso Pediatrico trasformato in formicaio ha tutti gli ingredi di una favola moderna: c'erano una volta delle formiche che, attratte dalle briciole di merendine, decisero di mettersi pazientemente in fila per il triage. L'immagine di questi piccoli insetti in processione tra i bambini in attesa evoca una sorta di democratizzazione sanitaria inter-specie che farebbe sorridere, se non fosse sintomatica di un problema più ampio.

Perché mentre l'Ausl si scusava per il ritardo nelle spiegazioni (colpa dei turni estivi, naturalmente), la città continuava la sua guerra su più fronti contro il regno degli artropodi. Il nuovo caso di Chikungunya in via Leoni ha infatti scatenato l'ennesima operazione militare contro le zanzare tigre, con disinfestazioni che ormai scandiscono il ritmo delle giornate carpigiane come le campane del Duomo.

La zona triangolare tra ferrovia, via Gibertoni e via Roosevelt è diventata teatro di operazioni che iniziano alle 4 del mattino, in un crescendo di interventi adulticidi e larvicidi che trasformano la nostra tranquilla provincia in un set di fantascienza. E mentre anche via Cairoli subiva il suo battesimo chimico, i cittadini armati di larvicidi gratuiti distribuiti in via Peruzzi sembrano soldati di una resistenza pacifica contro un nemico di pochi millimetri.

Ma forse il vero segno dei tempi lo offre Luca Severi con la sua filosofia del bufalo. Mentre la città si batte contro zanzare e formiche, c'è chi sceglie di andare controcorrente anche in gastronomia, sostituendo la moda della picanha con la tradizione del cortilivo di Albinea. "Le mode funzionano sempre allo stesso modo", dice Severi, e viene da pensare che anche l'ossessione per gli insetti sia, in fondo, una moda del nostro tempo iperprotettivo.

C'è qualcosa di profondamente ironico in questa battaglia. Una città che per secoli ha convissuto pacificamente con mosche, zanzare e formiche, ora si trova a dichiarare guerra totale a creature che, tutto sommato, stanno solo cercando di sopravvivere come noi. Le trappole non tossiche per le formiche del pronto soccorso sono forse il simbolo più eloquente di questa contraddizione: vogliamo liberarcene, ma con garbo, senza veleni, come se anche nell'eliminazione dovessimo mantenere quel senso di civiltà che contraddistingue la nostra tradizione emiliana.

Carpi, insomma, si conferma una città che affronta le emergenze con quella pragmatica determinazione che la caratterizza da sempre. Distribuisce larvicidi gratuiti, organizza disinfestazioni all'alba, installa trappole gentili per le formiche e, nel frattempo, continua a innovare la propria offerta gastronomica con il bufalo delle colline reggiane. È una comunità che sa adattarsi, che trasforma anche l'invasione degli insetti in un'occasione per riscoprire il valore della collaborazione cittadina e dell'organizzazione collettiva.

Forse, quando tutto questo sarà finito, ci accorgeremo che l'estate degli insetti ci ha insegnato qualcosa di importante: che anche le sfide più piccole possono rivelare il carattere di una città. E Carpi, tra formiche diplomatiche e zanzare combattive, ha dimostrato ancora una volta di sapere mantenere il senso dell'umorismo anche nell'emergenza.