Carpi tra sacro e profano: quando il battito si ferma


Carpi tra sacro e profano: quando il battito si ferma

Domenica 8 settembre, mentre il resto del mondo si accapigliava per questioni di poco conto, Carpi ha vissuto una giornata che sa di romanzo picaresco: tra nomine ecclesiastiche, bambini che riscoprono il diritto di sporcarsi e musicisti che suonano fino all'ultimo respiro. Una perfetta sinfonia dell'esistenza, dove il sacro e il profano danzano insieme come in una miniatura medievale.

Iniziamo dal principio divino: don Anand Nikhartil torna a casa come nuovo parroco di San Bernardino Realino. Un ritorno che ha il sapore delle migliori narrazioni: l'eroe che, dopo aver viaggiato per terre lontane (il Seminario Metropolitano di Modena, per l'appunto), fa ritorno al paese natìo per guidare il gregge. Monsignor Castellucci ha scelto bene: chi meglio di un vicerettore di seminario può comprendere le sottili dinamiche della pastoral care carpigiana? Don Anand porta con sé l'esperienza delle comunità di Fossoli, Budrione e Migliarina, oltre al prestigioso ruolo di Assistente Ecclesiastico AGESCI. Un curriculum che promette di coniugare tradizione e innovazione, due parole che a Carpi sanno sempre di piccola rivoluzione.

E di rivoluzione gentile parliamo quando ci spostiamo a Villa Villacolle, dove nascono i piccoli "cerca-cose". Martina Loschi ha creato qualcosa che sa di manifesto pedagogico: un micronido dove i bambini possono finalmente essere bambini, senza quella fretta educativa che affligge la modernità. Pippi Calzelunghe come musa ispiratrice non è scelta casuale: in un'epoca in cui l'infanzia viene troppo spesso compressa tra tablet e performance precoci, riscoprire il diritto alle pozzanghere diventa atto rivoluzionario. Laura Malavasi, la pedagogista che supervisiona il progetto, lo sa bene: crescere all'aperto non è nostalgia bucolica, ma necessità scientifica.

Ma è quando la cronaca si tinge di tragedia che Carpi rivela la sua anima più profonda. L'addio a Macs, il batterista che ha suonato fino all'ultimo battito, è storia che commuove e inquieta insieme. Massimo Anderlini se n'è andato facendo quello che amava: suonare con i suoi Red Rockers Extremely Dangerous. C'è qualcosa di tremendamente romantico e al tempo stesso crudele in questa morte al Villanova Village di Modena. Il palco come ultimo confessionale, la musica come estrema unzione. I compagni di band parlano di "misera consolazione", ma forse non è così misera: morire facendo quello per cui si è nati è privilegio che pochi possono vantare.

Infine, il calcio giovanile ci regala la sua perfetta metafora esistenziale: la Primavera si scioglie al sole, ma gli Under 18 fanno festa. La rimonta subìta contro il Mantova (da 3-0 a 3-5) è lezione di vita più che risultato sportivo: nel calcio come nell'esistenza, niente è mai definitivo. Mentre gli Under 18 liquidano il Cavezzo con un perentorio 3-0, dimostrando che nel vivaio carpigiano si coltivano ancora sogni solidi.

Carpi si conferma città dalle mille sfaccettature: sa accogliere nuovi pastori e crescere piccoli esploratori, sa piangere i suoi musicisti e sognare con i suoi giovani calciatori. Una comunità che vive il presente senza dimenticare le radici, dove ogni battito - del cuore, della batteria, del pallone - conta come nota di una sinfonia mai conclusa.