I corridoi del
Liceo Fanti risuonano in questi giorni di accenti d'oltreoceano. Non è un sogno, né una scena da film: sono davvero arrivati gli studenti della
Princeton High School, pronti a vivere una settimana che promette di essere indimenticabile insieme ai loro coetanei carpigiani delle classi
5A e 5K.
Un tuffo nella cultura italiana
C'è qualcosa di magico nel vedere ragazzi che fino a ieri studiavano sui banchi del New Jersey e che ora si preparano a sporcarsi le mani con la farina per imparare l'antica arte dei
tortellini. Perché questo scambio culturale non si limita alle aule scolastiche, ma diventa un vero e proprio viaggio nel cuore dell'italianità. Il programma messo a punto dal Liceo è un piccolo capolavoro di organizzazione: una
caccia al tesoro per Mantova che trasformerà i giovani americani in detective della storia, un
laboratorio di dolci tipici italiani dove scopriranno che la nostra pasticceria non finisce con i cannoli siciliani, e naturalmente l'immancabile lezione pratica sulla pasta fresca.
Dalle aule alle tradizioni
Ma il bello di queste iniziative non sta solo nell'aspetto folcloristico. Questi ragazzi di
Princeton – sì, quella Princeton che tutti associamo all'università d'élite – parteciperanno anche alle normali lezioni scolastiche, sedendo accanto ai nostri studenti, condividendo appunti e, chissà, magari scoprendo che la matematica si scrive allo stesso modo sia in inglese che in italiano. È bello pensare che mentre noi ci lamentiamo spesso della nostra scuola, c'è chi attraversa l'oceano per vedere come funziona il nostro sistema educativo. E forse, in questo scambio di sguardi e prospettive, tanto i giovani americani quanto i nostri ragazzi carpigiani torneranno a casa un po' più ricchi.
L'importanza degli scambi culturali
In tempi in cui il mondo sembra sempre più diviso, iniziative come questa del
Liceo Fanti assumono un valore particolare. Non si tratta solo di turismo scolastico, ma di costruire ponti tra culture diverse, di far capire ai nostri giovani che l'orizzonte non finisce al confine comunale. E chissà che tra questi studenti americani non ci sia il futuro ambasciatore che porterà nel mondo il ricordo dei tortellini fatti in Via Rodolfo Pio, o magari l'imprenditore che un domani investirà nella nostra terra perché se n'è innamorato a diciassette anni. Intanto, per una settimana, Carpi diventa un po' più internazionale. E questo, in fondo, non può che farci bene.