La Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna ha tirato le orecchie a dodici comuni della provincia modenese - tra cui spiccano realtà vicine a Carpi - per un'operazione che puzzava di improvvisazione fin dall'inizio. Il verdetto del 18 settembre è stato chiaro come l'acqua che questi enti volevano affidare: bocciatura su tutta la linea per l'ingresso in Heracquamodena, la società che già gestisce il servizio idrico di 27 comuni del territorio. I giudici contabili, presieduti da Marcovalerio Pozzato con relatore Massimo Galiero, hanno smontato pezzo per pezzo una proposta che definire lacunosa sarebbe un complimento. L'elenco delle mancanze fa impressione: nessuna motivazione analitica degna di questo nome, zero valutazione di alternative al matrimonio con Hera Spa, e soprattutto l'incapacità di dimostrare perché mai questa operazione dovesse servire agli interessi pubblici. Ma il colpo di grazia arriva sulla questione economica: gli amministratori locali non sono riusciti a spiegare dove stia la convenienza per i cittadini. Una dimenticanza non da poco, considerando che stiamo parlando del controllo di un servizio essenziale come l'acqua. La Corte ha inoltre sollevato il dito sulla procedura adottata, evidenziando l'assenza della gara "a doppio oggetto" prevista dalla normativa per le società miste pubblico-private. Tradotto: hanno cercato di aggirare le regole della concorrenza e della trasparenza, quei principi che dovrebbero essere sacri per chi amministra la cosa pubblica. Il verdetto finale è ancora più tagliente: l'operazione avrebbe di fatto consegnato il controllo di una società pubblica nelle mani di Hera Spa, gigante privato del settore. Una cessione mascherata che i magistrati contabili hanno smascherato senza mezzi termini. Per i cittadini dell'area carpigiana, abituati a scrutare con attenzione le mosse dei comuni limitrofi, questa bocciatura rappresenta un campanello d'allarme sulla necessità di vigilare sempre quando si tratta di servizi pubblici essenziali. La lezione è chiara: quando mancano trasparenza, motivazioni solide e garanzie economiche, la Corte dei Conti non perdona.
Bocciatura sonora per i 12 comuni: la Corte dei Conti dice no all'affare Hera