Il centro storico di Carpi non dorme mai, e nemmeno chi lo controlla. I numeri messi sul tavolo dall'assessora alla Sicurezza Paola Poletti durante il Consiglio comunale di fine ottobre parlano chiaro: cento controlli nel cuore della città durante l'estate, con la Polizia locale e le forze dell'ordine che hanno passato al setaccio ogni angolo tra portici e piazze. Il risultato? Sette cittadini multati per aver sorseggiato alcolici in luoghi pubblici dove non dovevano, un esercente beccato a vendere birre e superalcolici oltre la mezzanotte, e altri due pizzicati a distribuire bottiglie di vetro dopo le 22. Non proprio il massimo per chi cerca tranquillità la sera sotto casa. Giulio Bonzanini, consigliere della Lega, aveva torchiato l'amministrazione con un'interrogazione precisa come un orologio svizzero. Voleva sapere perché quella mozione del 2021 per tutelare il commercio e il decoro urbano fosse rimasta nel cassetto, e quali fossero i frutti dei controlli estivi sui negozi di vicinato. La risposta è arrivata puntuale: quattordici controlli mirati che hanno portato alla luce tre sanzioni amministrative per bilance non omologate, prezzi non esposti e carenze igieniche. Roba che fa arricciare il naso, letteralmente. Ma il bello è arrivato in autunno, quando l'azione coordinata tra tutte le forze dell'ordine ha portato a due sospensioni di licenza: un negozio di vicinato e un pubblico esercizio si sono trovati con i sigilli. Un messaggio chiaro per chi pensa di fare il furbo. L'assessora Poletti ha spiegato con la pazienza di chi conosce bene i meccanismi della burocrazia perché certe ordinanze di chiusura anticipata non si fanno da un giorno all'altro. Il famoso decreto legislativo 222 del 2016, quello che consente ai Comuni di bloccare l'apertura di certi esercizi nel centro storico, non è una bacchetta magica. Serve l'ok della Regione, il parere del soprintendente del Ministero della Cultura, e bisogna sentire le associazioni di categoria. Un percorso più lungo di una processione. "Le ordinanze spesso non risolvono il problema, lo spostano soltanto", ha spiegato l'assessora con realismo. Come dire: chiudi qui e si apre là. Le famose "zone rosse" prefettizie? Funzionano, ma solo se hai le risorse per controlli intensificati e la possibilità di arrestare chi sgarra. Altrimenti è come mettere un cerotto su una frattura. Bonzanini si è dichiarato solo "parzialmente soddisfatto" della risposta, sostenendo che la chiusura anticipata degli esercizi "non è la soluzione ma aiuta", perché riduce gli orari dei controlli e rende più efficace il lavoro della Polizia locale. Un ragionamento che non fa una grinza: meno ore di apertura, meno problemi da gestire. La verità è che il centro storico di Carpi, con i suoi portici e le sue piazze, merita attenzione costante. I controlli ci sono stati, i risultati anche. Ma la battaglia per il decoro urbano non si vince in una notte d'estate: serve la tenacia di chi sa che ogni piccolo passo conta, ogni multa educativa serve, ogni licenza sospesa manda un segnale. Perché a Carpi, come altrove, la convivenza civile si costruisce giorno dopo giorno, controllo dopo controllo.
Bonzanini tiene alta la guardia sui negozi: "Più controlli, meno problemi"
