A Campogalliano hanno fatto le cose in grande. Due giorni di festa nel Parco Le Montagnole che hanno dimostrato una cosa semplice: quando la terra incontra la gente, nascono miracoli. La prima edizione della Festa in Campo, organizzata da Coldiretti Modena con il patrocinio del comune, ha richiamato una folla che nemmeno la sagra dell'uva negli anni d'oro. I cittadini hanno letteralmente preso d'assalto gli stand, e non c'è da stupirsi. Quando puoi gustare il vino delle colline modenesi, assistere alla cottura del mosto per l'aceto balsamico - quello vero, non l'imitazione che vendono al supermercato - e vedere da vicino trattori d'epoca che raccontano storie di fatica e orgoglio, beh, allora capisci che non si tratta solo di una festa. I bambini, saggi come sempre, si sono buttati sulle attività didattiche del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, esplorando il parco su un rimorchio agricolo e facendo amicizia con conigli e alpaca. Perché i piccoli sanno istintivamente che la terra è vita, anche se noi adulti ce ne dimentichiamo spesso. Le serate sono state animate dai Daff, gruppo locale emergente che ha saputo mescolare note e sapori in un cocktail perfetto di territorio e tradizione. Musica che sa di casa, come il pane della nonna. Ma la Festa in Campo non è stata solo divertimento. Nel convegno "Cibo e territorio: un patrimonio da difendere e valorizzare", moderato dal giornalista Ettore Tazzioli, sono emersi i nodi cruciali del nostro tempo. Stefano Bonaccini, europarlamentare, insieme alla sindaca Daniela Tebasti e al presidente di Coldiretti Modena Luca Borsari, hanno messo sul tavolo una realtà che fa riflettere: i settori del vino e delle pere attraversano una crisi profonda, stretti tra cambiamenti climatici e i gusti volubili delle nuove generazioni. Marco Zanni, direttore di Coldiretti Modena, non ha usato mezzi termini: "Siamo molto felici del successo, ma questa festa è anche un grido d'allarme". Il nemico ha mille volti: i cibi sintetici che minacciano l'autenticità, gli ultraprocessati che attentano alla salute, il falso Made in Italy che ruba dignità ai nostri produttori. Per questo a Campogalliano hanno lanciato la petizione "Stop al cibo falso", una proposta di legge europea che chiede l'obbligo di indicare l'origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari. Un gesto semplice che può salvare secoli di tradizione e lavoro onesto. Insomma, tra una forchettata di tortellini e un bicchiere di Lambrusco, i cittadini di Campogalliano hanno assaggiato qualcosa di più del buon cibo: hanno toccato con mano l'anima di un territorio che non si arrende, che sa ancora cosa significa coltivare con le proprie mani e servire in tavola la verità.
Campogalliano, la terra che nutre: quando l'agricoltura scende in piazza
