Carpi alza la voce: il Consiglio chiede al Governo di riconoscere la Palestina


Carpi alza la voce: il Consiglio chiede al Governo di riconoscere la Palestina

C'è aria di diplomazia nel palazzo comunale di piazza Re Astolfo. Giovedì 2 ottobre, il Consiglio comunale di Carpi ha alzato la voce su una questione che va ben oltre i confini della nostra città, ma che tocca le corde più profonde della coscienza civile: il riconoscimento dello Stato di Palestina. Una mozione dai toni fermi e chiari, firmata dai gruppi consiliari di Pd e Alleanza Verdi-Sinistra, ha trovato il sostegno di Carpi a colori e Carpi Civica. Dall'altra parte del banco, Fratelli d'Italia ha votato contro, mentre la Lega Carpi ha preferito l'astensione. Insomma, la politica carpigiana si è divisa su una linea che rispecchia, in piccolo, i grandi dibattiti nazionali e internazionali. Ma cosa chiede esattamente questo documento? Il Consiglio comunale invita il Governo italiano a riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all'occupazione del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Una posizione netta, che non lascia spazio a mezze misure. L'ambizione dei consiglieri carpigiani va oltre il semplice riconoscimento. La mozione chiede anche che il Governo agisca in sede Onu per permettere alla Palestina di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. L'obiettivo? Mettere Palestina e Israele nelle condizioni di negoziare "da pari a pari", con piena sovranità e autorevolezza. Un equilibrio che, secondo i firmatari della mozione, potrebbe aprire nuove strade per fermare la colonizzazione e l'annessione dei territori occupati palestinesi. È interessante notare come una città delle dimensioni di Carpi scelga di pronunciarsi su questioni di così ampio respiro internazionale. Ma forse è proprio questo il bello della democrazia locale: quando i cittadini e i loro rappresentanti sentono il peso delle ingiustizie del mondo, non esitano a far sentire la loro voce, anche se dal palazzo comunale di una cittadina emiliana. La decisione del Consiglio carpigiano si inserisce in un movimento più ampio che ha visto diversi enti locali italiani pronunciarsi sulla questione palestinese. È il segno di una sensibilità che dal basso sale verso l'alto, nella speranza che la politica dei "palazzi che contano" possa raccogliere questi segnali e trasformarli in azioni concrete. Resta da vedere se questa voce dal cuore dell'Emilia riuscirà ad arrivare fino a Roma e, chissà, magari fino ai tavoli internazionali dove si decide il destino di popoli lontani ma mai estranei alla coscienza di chi crede nella giustizia.

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