Carpi conferma: nessun aumento di tasse nel triennio 2026-2028
La Giunta del Comune di Carpi ha mantenuto la promessa ai cittadini: nessun aumento della pressione fiscale locale per il prossimo triennio. Lo schema del Bilancio di previsione 2026-2028, approvato dall'amministrazione guidata dal sindaco Riccardo Righi e dalla vice sindaca Mariella Lugli, conferma che IMU e canone unico patrimoniale rimarranno invariati, garantendo al contempo un piano di investimenti da 55 milioni di euro.
Una scelta che, se da un lato risponde alle aspettative dei contribuenti carpigiani, dall'altro solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di questa strategia, soprattutto considerando le crescenti pressioni sui bilanci comunali.
Un equilibrio precario tra promesse e realtà
Il documento finanziario viene presentato come una "sfida vinta", ma i numeri raccontano una storia più complessa. Come ammette l'assessora al Bilancio Mariella Lugli, l'approvazione è avvenuta "in un quadro nazionale particolarmente complesso", con la Legge di Bilancio nazionale definita "la più ridotta dal 2014".
Le difficoltà sono evidenti: tagli ai finanziamenti agli enti locali, riduzione dei fondi per gli investimenti, assenza di compensazioni per i costi energetici. In questo contesto, la scelta di non aumentare le tasse appare più come una necessità politica che come una reale possibilità di manovra.
Significativo è il dato sulla riduzione della capacità di spesa corrente di circa 750.000 euro, causata dai meccanismi redistributivi nazionali. Un taglio che, inevitabilmente, dovrà essere compensato altrove.
I numeri: tra crescita e vincoli
Le entrate correnti previste ammontano a 57,8 milioni di euro, con una composizione che rivela le principali fonti di finanziamento: .
- 17,7 milioni dall'IMU, confermando il peso dell'imposta municipale
- 11 milioni dall'addizionale IRPEF, in crescita grazie all'aumento dei contribuenti
- 3,7 milioni dal recupero dell'evasione fiscale, una voce che testimonia l'intensificazione dei controlli
- 2,5 milioni dal canone unico patrimoniale
- 1,4 milioni di dividendi da AIMAG, che tornano nel 2026 dopo la sospensione
Particolarmente interessante è l'incremento dell'addizionale IRPEF, che cresce non per aumenti di aliquote ma per l'espansione della base imponibile. Un segnale positivo per l'economia locale, ma anche una conferma che le entrate dipendono sempre più dalle dinamiche demografiche ed economiche del territorio.
L'Unione delle Terre d'Argine: costi in crescita
Il rapporto con l'Unione delle Terre d'Argine merita attenzione. Il Comune trasferirà 26,8 milioni di euro per i servizi conferiti, con un aumento di 758.000 euro rispetto al 2025. Un incremento del 2,9% che, pur giustificato dalle economie di scala, rappresenta una voce di spesa in costante crescita.
Investimenti ambiziosi, ma con quali garanzie?
Il piano degli investimenti da 55 milioni di euro per il triennio tocca settori strategici: .
- Completamento delle opere PNRR: palestra polifunzionale e Corte Fossoli
- Nuova sede della Polizia Locale
- Efficientamento energetico degli edifici scolastici
- Riqualificazione impianti sportivi, inclusi il campo da calcio in sintetico e il campo da rugby
Investimenti necessari, ma che sollevano domande sulla copertura finanziaria. Con entrate vincolate e spesa corrente sotto pressione, resta da capire quanto margine di manovra avrà realmente l'amministrazione nei prossimi anni.
Il paradosso delle politiche sociali
Emblematica la scelta di destinare risorse aggiuntive alle politiche abitative con un incremento del 20%, nonostante l'assenza di fondi statali e i tagli ai fondi per la morosità incolpevole. Una decisione lodevole dal punto di vista sociale, ma che evidenzia come il Comune si trovi a supplire con risorse proprie alle carenze del sistema nazionale.
Tra retorica e pragmatismo
"Questo bilancio non è solo un documento contabile ma la mappa delle scelte che orientano il futuro della città", dichiara l'assessora Lugli. Parole che suonano più come slogan elettorale che come analisi tecnica.
La realtà è che Carpi, come molti comuni italiani, si trova stretta tra le aspettative dei cittadini e vincoli di bilancio sempre più stringenti. La scelta di non aumentare le tasse, pur comprensibile politicamente, potrebbe rivelarsi insostenibile nel medio termine, soprattutto se dovessero emergere nuove emergenze o se i trasferimenti statali dovessero ulteriormente ridursi.
Il bilancio dovrà ora passare al vaglio del Consiglio comunale per il voto finale entro la fine dell'anno. Sarà interessante vedere se l'opposizione solleverà questi interrogativi o se anche in aula prevarrà la logica del consenso a breve termine.