Carpi, il cinema ha conquistato il cuore della città


Carpi, il cinema ha conquistato il cuore della città

Settemila persone in quattro giorni. Numeri che fanno tremare le gambe a chi organizza eventi, ma che a Carpi hanno trovato la loro dimensione perfetta. Il Carpi Film Fest 2025 si è chiuso domenica scorsa con un bilancio che neanche i più ottimisti osavano sperare: sold out a raffica, piazzale Re Astolfo trasformato in una piccola Cannes padana, e soprattutto quella sensazione che quando una comunità ci crede davvero, i miracoli accadono. Paolo Di Nita, direttore del festival, non nasconde la soddisfazione: "Il lavoro di squadra tra Quelli del 29, Comune, Fondazione Cassa di Risparmio, Sinergas e Regione ha creato qualcosa di speciale". E quando dice squadra, si vede che non sta facendo retorica. Perché organizzare un festival del cinema a Carpi, dove le fabbriche sono più famose dei registi, non è esattamente come farlo a Venezia. Ma forse è proprio questo il segreto. L'assessore alla Cultura Giuliano Albarani lo spiega bene: "Un territorio a vocazione manifatturiera come il nostro sa apprezzare tutti gli aspetti dell'industria cinematografica". Insomma, qui si capisce che dietro un film c'è lavoro, tecnica, passione. Le stesse cose che servono per far funzionare una fabbrica o, perché no, una città. I numeri parlano chiaro: eventi speciali tutto esaurito, proiezioni serali con una media di 600 spettatori, perfino i documentari del pomeriggio hanno fatto il pienone. E quando a Carpi la gente esce di casa per vedere un documentario nel primo pomeriggio, vuol dire che qualcosa di importante sta succedendo. Quest'anno il festival ha ampliato i suoi orizzonti. THE ADAPTATION, il salotto cine-letterario al Dorando Caffè, ha portato il cinema nei luoghi della quotidianità. Collaborazioni nuove con il Cinema Corso e l'Eden hanno creato una rete che abbraccia tutta la città. Perché il bello del cinema è che non sta chiuso nelle sale: esce, cammina per le strade, si siede ai tavolini dei bar. Il tema di quest'edizione, "le Narrazioni e le Arti", ha trasformato Carpi in un crocevia creativo dove cinema, teatro, letteratura e musica si sono incontrati e mescolati. Come succede nella vita vera, del resto. Nessuno vive a compartimenti stagni, e neanche l'arte dovrebbe farlo. Ora l'appuntamento è per il prossimo anno. Con la consapevolezza che Carpi ha dimostrato di saper essere qualcosa di più di una laboriosa città di provincia. Ha dimostrato di saper sognare a occhi aperti, nel buio di una sala cinematografica o sotto le stelle di piazzale Re Astolfo. E questo, forse, è il vero successo di questo festival: aver ricordato a una comunità intera che la cultura non è un lusso, ma una necessità. Come il pane quotidiano.

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