Non erano solo voci di corridoio, purtroppo. Ieri, nella fredda atmosfera della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della provincia di Modena, è arrivata la conferma che molti temevano: Carpi perderà la sua ambulanza infermieristica, quella istituita nel 2018 e di stanza a Fossoli. Il Direttore Generale dell'Ausl Altini ha presentato il piano con parole che suonano come una di quelle frasi che si sentono nelle aziende quando arriva la ristrutturazione: "rimodulare l'offerta per ridurre le duplicazioni di servizi che non aggiungono valore". Tradotto dal burocratese: tagli mascherati da efficienza. La "rivoluzione", come l'hanno chiamata, prevede che l'automedica venga spostata in una posizione baricentrica tra Carpi e Mirandola, probabilmente tra Cavezzo e Ponte Motta. Una magra consolazione: il servizio passerà da 12 a 24 ore. L'ambulanza infermieristica, invece, diventerà un mezzo base con personale volontario a bordo. Il motivo? La maggioranza degli interventi riguarda "codici a bassa gravità". Come dire: se non è grave grave, basta il volontario. La crisi della sanità modenese non è più un segreto per nessuno. I numeri parlano chiaro: 35 milioni di euro di rosso nel bilancio 2024 tra Ausl e Azienda ospedaliero-universitaria, liste d'attesa che si allungano come le code al supermercato del sabato, e ticket sanitari ritoccati fino a 4 euro a ricetta. Una situazione che l'assessore regionale Massimo Fabi descrive senza giri di parole: "La sanità pubblica è sotto attacco per mancanza di risorse e di personale". Il piano è passato con 41 voti favorevoli su 45 sindaci presenti. Solo quattro amministratori dell'Alto Frignano hanno avuto il coraggio di dire no o di astenersi. Gli altri hanno ingoiato il boccone amaro, probabilmente pensando che era meglio salvare il salvabile. La verità, come sempre, sta nel mezzo e fa male. Carpi, che da anni chiedeva un'automedica operativa in città, si ritrova a perdere un servizio e a condividerne un altro con la Bassa modenese. Non è una conquista, è un compromesso al ribasso. Come scrive con lucida amarezza Jessica Bianchi su Tempo News: "Non è una conquista, è un cavallo di Troia". Resta da vedere se questo piano, che arriva dopo i Centri di Assistenza Urgenza della "Riforma Donini" (rivelatisi "in parte inefficaci", eufemismo delle direzioni sanitarie), riuscirà davvero a salvare il sistema. Nel frattempo, noi carpigiani ci accontentiamo di condividere un'automedica e speriamo che, in caso di emergenza, il traffico tra Cavezzo e Ponte Motta sia scorrevole. Perché alla fine, quando si tratta di salute e di vite umane, ogni minuto conta. E ogni servizio tagliato è un pezzo di sicurezza in meno per tutti noi.
Carpi perde un pezzo di emergenza sanitaria: via l'ambulanza infermieristica