Quando si dice che i carpigiani hanno il ferro nelle vene, evidentemente non è solo un modo di dire. Lo hanno dimostrato Dario Cavazza, Emiliano Bonetti e Maurizia Soverini, tre atleti del Team Sessantallora che nel weekend del 21 settembre hanno completato una delle sfide più estenuanti del panorama sportivo mondiale: l'Ironman di Cervia. Per chi non mastica di triathlon estremo, parliamo di una prova che farebbe tremare le vene ai polsi anche a un gladiatore romano: 3,8 chilometri a nuoto in mare aperto, seguiti da 180 chilometri in sella alla bicicletta e, per concludere in bellezza, una maratona completa di 42 chilometri di corsa. Il tutto senza sosta, naturalmente. I nostri tre "uomini e donne d'acciaio" - come li ha ribattezzati giustamente la cronaca sportiva - hanno portato a termine questa titanica impresa, dimostrando che la tempra carpigiana sa farsi valere anche quando si tratta di spingersi oltre ogni limite umano. Maurizia Soverini, in particolare, ha rappresentato con orgoglio la componente femminile di questa incredibile avventura. Ma la giornata di Cervia ha visto protagonisti anche altri atleti del nostro territorio su distanze più "umane", si fa per dire. Nel Mezzo Ironman si sono distinti Paolo Lolli, Alessandro Macchiavello, Silvia Nasi, Luca Orlandini, Matteo Bonini, Lorenzo Rebecchi e Davide Burani. Già, "solo" metà Ironman: praticamente una passeggiata di salute con 1,9 km di nuoto, 90 km in bici e 21 km di corsa. Ciliegina sulla torta nella distanza olimpica, dove Federico Bigliardi, Massimo Filippini e soprattutto Giulia Rinieri hanno fatto parlare di sé. Quest'ultima ha conquistato uno splendido secondo posto assoluto, dimostrando che quando si tratta di grinta e determinazione, le nostre atlete non sono seconde a nessuno. Una domenica che conferma come lo sport carpigiano sappia esprimere campioni capaci di confrontarsi ai massimi livelli nazionali. E pensare che tutto è iniziato nelle nostre piscine, sui nostri percorsi ciclabili e nelle strade che attraversano la nostra pianura. Dal Sessantallora al palcoscenico dell'Ironman: la strada è lunga, ma evidentemente i nostri atleti hanno gambe e cuore per percorrerla tutta.