La nostra città non resta a guardare. Mentre nel Mediterraneo si prepara una delle più grandi mobilitazioni pacifiche della storia moderna, Carpi scende in campo con la forza della solidarietà e della partecipazione civile. Tra il 31 agosto e il 4 settembre, decine di navi cariche di speranza e civili provenienti da 44 paesi diversi stanno navigando verso Gaza in quella che è stata battezzata Global Sumud Flotilla. Un nome che già racconta tutto: "sumud" in arabo significa resistenza, ma non quella delle armi - quella della dignità, della perseveranza, del non arrendersi mai. L'obiettivo è chiaro e coraggioso: aprire un corridoio umanitario e chiedere la fine di un assedio che dura da troppo tempo. E qui sta il punto: la Flotilla si muove nel pieno rispetto del diritto internazionale, il che significa che qualsiasi intercettazione sarebbe, tecnicamente, illegale. Ma la forza di questa iniziativa non sta solo nelle carte e nei trattati. Come ha sottolineato Global Movement to Gaza, l'associazione che coordina l'operazione, la sicurezza dei civili a bordo e il successo della missione dipendono soprattutto da una cosa: l'attenzione mediatica. Perché quando il mondo guarda, anche i potenti devono fare più attenzione ai loro gesti. Ed è qui che entra in gioco la nostra Carpi. Diverse associazioni locali hanno capito che anche dalle nostre piazze si può fare la differenza. Giovedì 4 settembre organizzeranno un presidio per tenere accesi i riflettori su questa straordinaria mobilitazione pacifica. Un gesto che sa di antico e di moderno insieme: antico come la tradizione di solidarietà della nostra gente, moderno come la consapevolezza che oggi, più che mai, il mondo è davvero un villaggio globale. E in questo villaggio, Carpi ha scelto da che parte stare.