C'è qualcosa di magico quando i ragazzi delle scuole superiori di Carpi si mettono in testa di organizzare un festival. E se poi quel festival parla di scienza, be', il miracolo è servito. CarpinScienza taglia infatti il traguardo dei dieci anni, e lo fa con la solita passione che contraddistingue questa città quando si tratta di cultura e formazione. "Tracce" è il tema scelto per questa decima edizione, una parola che racchiude molto più di quanto si possa immaginare. Come spiega Alda Barbi, dirigente del Liceo Fanti, non si tratta solo di ripercorrere le orme lasciate dal festival in questi anni, ma anche quelle affettive, umane. "Tracce di noi", dice, e chissà quanti giovani carpigiani negli anni hanno trovato in questi incontri la scintilla per guardare il mondo con occhi diversi. Il segreto di questo successo? Forse sta nella capacità di rendere la scienza accessibile senza banalizzarla, coinvolgente senza perdere rigore. E poi c'è Luca Perri, l'astrofisico che ormai è diventato una presenza fissa, quasi il fratello maggiore di questa grande famiglia scientifica carpigiana. Tornerà anche quest'anno, naturalmente, per parlare di "Tracce di luce" e dei nuovi modi di osservare il cosmo. Dal 22 al 30 settembre, Carpi si trasformerà in una grande aula a cielo aperto. L'inaugurazione al Cinema Corso vedrà protagonista Telmo Pievani, che aprirà le danze con una riflessione sulle "Tracce di altre umanità". Un inizio che promette bene, come sempre quando si tratta di esplorare i misteri della nostra evoluzione. Le serate porteranno sul palco volti noti della divulgazione scientifica: Federico Benuzzi affiancherà Luca Perri per parlare di cittadinanza consapevole, mentre i ragazzi di Taxi1729, Paolo Canova e Diego Rizzuto, torneranno con il loro "Fate il nostro gioco reload". E non poteva mancare Massimo Temporelli, che chiuderà il festival il 30 settembre con "Scienza e Musica", anticipando qualche segreto del suo nuovo libro di fisica. Ma CarpinScienza non dimentica mai il suo cuore didattico. Le mattinate saranno dedicate agli studenti, con incontri che spaziano dalla geopolitica dello spazio alle frontiere della ricerca medica con Alberto Mantovani, fino alla microbiologia con Donato Giovanelli. E per i più piccoli, ecco Federico Benuzzi nei panni del "Giocoliere della scienza". Come sottolinea la professoressa Nadia Garuti, vera anima organizzativa dell'evento, la forza di questo festival sta nella capacità di parlare a tutti: "Dai giovani alle famiglie", un pubblico che ogni anno cresce e si appassiona sempre di più. L'avventura non finisce a settembre. Il 12 ottobre, Palazzo Pio diventerà un laboratorio a cielo aperto dove gli studenti di tutte le scuole carpigiane mostreranno che la scienza può essere anche gioco e meraviglia. E il 18 ottobre, all'Auditorium San Rocco, si parlerà di Antropocene e del futuro che ci aspetta. Dieci anni sono tanti, ma forse sono anche pochi per un progetto che ha saputo mettere radici così profonde nel territorio. Carpi ha dimostrato ancora una volta che quando si crede nei giovani e nella cultura, i risultati non tardano ad arrivare. E le tracce che questo festival lascerà, ne siamo certi, saranno indelebili. La partecipazione è gratuita. Informazioni e prenotazioni su www.carpinscienza.it.
CarpinScienza compie dieci anni: quando la scienza diventa spettacolo
