Cinquecento cinquanta giorni per una risonanza: la sanità che non funziona


Cinquecento cinquanta giorni per una risonanza: la sanità che non funziona

Cinquecento cinquanta giorni. Un anno e mezzo abbondante. È il tempo che serve a un cittadino di Modena per ottenere una risonanza addominale nel servizio sanitario pubblico. Un'eternità che fa di questa provincia la maglia nera dell'Emilia-Romagna per le liste d'attesa. I numeri parlano chiaro e non mentono: sia negli ospedali pubblici che in quelli privati convenzionati, i tempi di attesa restano drammaticamente al di sotto degli standard regionali. Una situazione che tocca da vicino anche i cittadini di Carpi, che spesso si rivolgono alle strutture modenesi per cure specialistiche. Luca Baldino, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, punta il dito su quello che considera il cuore del problema: l'inappropriatezza prescrittiva. "In questi primi sei mesi abbiamo cercato di aumentare i livelli produttivi per l'ennesima volta", spiega con un filo di rassegnazione nella voce. "Qualcosa sta migliorando, ma è arrivato il momento di affrontare il vero tema". Il paradosso è tutto italiano, anzi emiliano: Modena è tra le province che "consuma" più prestazioni sanitarie in una regione che, a sua volta, detiene il primato nazionale per richieste di visite ed esami. Un eccesso di domanda che, secondo Baldino, crea "un vero e proprio circolo vizioso". La logica è spietata quanto semplice: più offerta sanitaria si mette a disposizione, più aumenta la richiesta. E così si ricomincia da capo, in un ciclo apparentemente infinito. "Fare tre, quattro, cinque tac in un anno, oltre a essere pericoloso per le radiazioni, non ha alcuna utilità dal punto di vista clinico", osserva il direttore con pragmatismo. La soluzione proposta è un ritorno all'appropriatezza prescrittiva, ma resta il dubbio se basterà a sciogliere i nodi di una sanità che sembra aver perso la bussola tra eccessi diagnostici e carenze organizzative. Per i cittadini che aspettano, intanto, i giorni continuano a passare.

Visualizza le fonti dell'articolo