Consiglio Comunale del 10 Luglio: Tra Disagio Giovanile e Storia che Non Passa Mai


Consiglio Comunale del 10 Luglio: Tra Disagio Giovanile e Storia che Non Passa Mai
Quando la politica carpigiana si ritrova a discutere di tutto, dalle camere ardenti agli europeisti convinti, passando per le risse studentesche e i fantasmi del Ventennio, è chiaro che siamo di fronte a una serata che rimarrà negli annali. Il consiglio comunale del 10 luglio ha offerto uno spaccato surreale della nostra democrazia locale, dove si può passare dalla gestione dei morti alla revoca di cittadinanze a personaggi morti da ottant'anni.

Le Camere Ardenti: Quando Anche i Morti Fanno Polemica

La serata si è aperta con Federica Carletti di Fratelli d'Italia che ha sollevato la questione delle camere ardenti del Ramazzini. Cinque sale per l'esposizione, capacità massima di nove salme (cinque in mostra, quattro "in panchina"), e alcune famiglie costrette ad allestire veglie funebri in casa propria. L'assessore Lugli ha risposto con dovizia di particolari tecnici, rivelando che nel 2024 solo una singola agenzia funebre ha presentato reclami. Una tempesta in un bicchiere d'acqua? Forse, ma quando si tratta dell'ultimo saluto ai nostri cari, ogni dettaglio conta.

Baby Gang o Non Baby Gang? Questo è il Dilemma

Il vero piatto forte è arrivato con la mozione sul disagio giovanile, presentata da PD e Carpi a Colori. Il polo scolastico di via Peruzzi, con i suoi 5.000 studenti, è diventato teatro di episodi di violenza che hanno scosso la comunità. Rossetti ha parlato con il cuore di una "comunità educante", mentre Bonzanini della Lega ha sottolineato l'importanza della sicurezza senza timidezze. Ma è stato l'intervento dell'assessore Albarani a gettare acqua sul fuoco: "A Carpi non esiste un problema di baby gang", ha dichiarato citando i dati della prefettura. Quattro denunce in sei mesi, ha precisato, invitando a un "bagno di realismo". Casolari non l'ha presa bene: "Le baby gang esistono, basta farsi un giro per strada". Un dibattito che ha diviso l'aula tra chi invoca più controlli e chi punta sull'educazione.

Europa Mon Amour: Quando l'Idealismo Incontra la Realtà

La seconda mozione, dedicata alla cittadinanza europea, ha scatenato un piccolo scontro filosofico. Bonzanini ha tracciato una linea netta: "Mi sento europeo, non unioneuropeista". Una distinzione sottile ma significativa, che ha messo in luce le diverse visioni del progetto continentale. Dall'altra parte, Cumaracu ha citato Antonio Megalizzi e il Manifesto di Ventotene, dipingendo un'Europa dei valori e delle opportunità. L'assessore Albarani ha risposto con una carrellata di progetti concreti: dal software "Cruscotto della legalità" ai possibili gemellaggi con Capodistria. Ma la domanda rimane: in un'epoca di guerre e nazionalismi, ha ancora senso sognare gli Stati Uniti d'Europa?

Il Fantasma di Benito: Storia che Non Vuole Andarsene

Il gran finale è stato riservato alla mozione di Michele De Rosa (Forza Italia) per revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini, conferita nel 1924. Un atto che ha diviso profondamente l'aula, non solo politicamente ma anche emotivamente. Medici ha offerto la riflessione più toccante: "Mio nonno è morto a Buchenwald, ma non mi sento migliore di quei consiglieri del 1924". Una posizione che ha colpito per la sua complessità umana, rifiutando sia l'indulgenza sia la superiorità morale. Dall'altra parte, Meschieri ha ricordato suo padre partigiano a 15 anni e Di Nardo ha elencato i crimini del regime con passione civile. Il sindaco Righi ha chiuso con un appello solenne: "L'antifascismo è di tutte e di tutti noi".

La Burocrazia Colpisce Ancora

Non è mancato il momento di pura farsa amministrativa, quando Boccaletti ha fatto notare che una mozione non può "disporre" la revoca di una cittadinanza. Serve una delibera, ha precisato il segretario comunale. De Rosa ha rapidamente emendato "dispone" con "chiede", salvando la faccia e la mozione.

Epilogo: Carpi Tra Passato e Futuro

La serata si è chiusa con la mozione approvata (PD, Carpi a Colori, AVS, Forza Italia favorevoli; Fratelli d'Italia fuori dall'aula), aprendo la strada alla delibera definitiva. Ma al di là del risultato, è emerso il ritratto di una città che fatica a trovare un equilibrio tra memoria e futuro, tra sicurezza e educazione, tra ideali e pragmatismo. Cortesi l'ha detta tutta: "L'idraulico mi ha chiesto perché parliamo di Mussolini invece che di via Roosevelt". Una frase che racchiude il dramma della politica locale: sempre in bilico tra la grandezza della Storia e la piccolezza del quotidiano. Ma forse, proprio in questo equilibrio precario, si nasconde il segreto della democrazia.
Visualizza le fonti dell'articolo