Crisi FIR di Campogalliano, la Regione Emilia-Romagna chiamata a salvare 43 posti di lavoro


Crisi FIR di Campogalliano, la Regione Emilia-Romagna chiamata a salvare 43 posti di lavoro
La Fabbrica Italiana Radiatori (FIR) di Campogalliano si avvia verso la chiusura definitiva, lasciando sul tavolo il destino di 43 lavoratori in gran parte ultracinquantenni con elevata anzianità di servizio. Il PD torna a battere i pugni sul tavolo della Giunta regionale con un'interrogazione firmata da Ludovica Carla Ferrari, Luca Sabattini, Gian Carlo Muzzarelli, Paolo Trande, Maria Costi e Vincenzo Paldino.

La situazione precipita dopo otto mesi di crisi

"Era aprile quando aprivamo questo tema, e oggi, a dicembre, la situazione è ancora – se non più – critica", dichiara la Costi. Un deterioramento che ha trovato la sua conferma più drammatica lo scorso 19 dicembre, quando l'azienda di proprietà della famiglia Gruppioni ha ufficializzato la decisione di cessare definitivamente l'attività produttiva. Il vertice presso Confindustria Modena tra proprietà e parti sociali ha sancito l'epilogo di una crisi che si trascinava da mesi: l'azienda è stata dichiarata "non più competitiva" a causa delle perdite dovute alle contrazioni di mercato. I rappresentanti di Fiom Cgil e Fim Cisl, guidati rispettivamente da Leopoldo Puca e Massimo Occhi, avevano chiesto la proroga del contratto di solidarietà in scadenza a fine anno, ma la proprietà ha ribadito l'insostenibilità dell'operazione.

L'ultima carta: la cassa integrazione straordinaria

Come estremo tentativo di attutire il colpo, l'azienda ha messo sul tavolo il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per dodici mesi. Ma anche questa soluzione presenta ostacoli significativi: l'erogazione dell'ammortizzatore sociale da parte dell'Inps potrebbe richiedere fino a tre mesi, mentre le buste paga si interromperanno già a metà gennaio 2026. Una tempistica che rende ancora più drammatica la situazione per i dipendenti, molti dei quali hanno già vissuto "anni di ammortizzatori sociali" e ora si trovano esposti "al rischio concreto di perdita definitiva del posto di lavoro".

Le richieste alla Regione

Nell'interrogazione, i consiglieri del PD chiedono alla Giunta regionale di specificare "quali ulteriori iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per accompagnare la fase di CIGS, tutelare le lavoratrici e i lavoratori, e sostenere percorsi di politiche attive e riqualificazione professionale". Ma l'appello va oltre l'emergenza immediata: la Costi e i colleghi vogliono sapere se la Regione ritenga "ancora praticabile e con quali strumenti, un'azione istituzionale volta a verificare concrete prospettive di riconversione industriale o di reindustrializzazione del sito, anche attraverso il coinvolgimento del gruppo proprietario o di eventuali nuovi soggetti industriali".

Il precedente impegno regionale

Nel corso del 2025, la Giunta regionale aveva già risposto a precedenti sollecitazioni della stessa Costi, dando conto dell'attivazione di un confronto con azienda, organizzazioni sindacali e amministrazione comunale di Campogalliano, oltre alla sottoscrizione di un contratto di solidarietà finalizzato a evitare licenziamenti e preservare il sito produttivo. Misure che si sono rivelate insufficienti di fronte a una crisi strutturale che oggi minaccia non solo i posti di lavoro, ma anche "la dispersione di competenze e l'impoverimento produttivo del territorio", come conclude la consigliera regionale. Un appello che arriva proprio alla vigilia delle festività natalizie, rendendo ancora più amaro il bilancio di un 2025 che si chiude con l'ennesima ferita al tessuto industriale della provincia di Modena.
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