Una sinergia che va oltre i confini
Non capita tutti i giorni che un festival del fumetto si trasformi in laboratorio di ricerca sull'infanzia. Eppure è proprio quello che sta accadendo nel cuore dell'Emilia, dove
Betty B Festival - che da anni porta il fumetto nelle scuole di Savignano sul Panaro, Vignola, Spilamberto, Guiglia e Valsamoggia - ha stretto una collaborazione davvero particolare con il
Servizio Interdiocesano per la Tutela Minori e l'
Unione Terre dei Castelli. Il risultato? Un convegno dal titolo "
Bambini e Ragazzi: conoscerli per capirli", che si terrà il
14 e 21 novembre presso la Sala dei Contrari di Vignola. Un'iniziativa che, sulla carta, potrebbe sembrare l'ennesimo incontro per addetti ai lavori. Ma che nasconde invece una riflessione profonda su come noi adulti possiamo davvero entrare in contatto con il mondo dei più piccoli.
Quando il disegno diventa linguaggio
Enzo Perriello, direttore del Betty B Festival, lo sa bene: da nove anni il festival organizza corsi di fumetto nelle scuole elementari e medie, coinvolgendo circa 260 classi - fate un po' voi i conti, parliamo di oltre 5.000 bambini ogni anno. "Attraverso i disegni e l'elaborazione delle storie", spiega Perriello, "si può conoscere meglio l'universo dell'infanzia, cogliere segnali non mediati da altre forme di comunicazione". Una convinzione che ha trovato terreno fertile nell'incontro con
monsignor Maurizio Trevisan, responsabile del servizio diocesano che si occupa di tutela dei minori. Il progetto "
Dalla parte degli ultimi", sostenuto dalle Fondazioni di Modena, Carpi, Mirandola e Vignola, è giunto alla quinta edizione e punta proprio a creare una rete comunitaria di protezione.
I maestri del sapere scendono in campo
Per due venerdì consecutivi, alle ore 18, la Sala dei Contrari ospiterà nomi di primo piano del panorama scientifico italiano. Il
14 novembre sarà la volta del professor
Alberto Oliverio, neurobiologo tra i massimi esperti di psicobiologia che a 86 anni continua a studiare i misteri della mente umana, e della professoressa
Anna Oliverio Ferraris, psicologa dello sviluppo che da decenni si occupa del rapporto tra bambini e nuovi media. Il
21 novembre toccherà invece alla professoressa
Chiara Panciroli dell'Università di Bologna, esperta di tecnologie dell'educazione, e alla dottoressa
Chiara Griffini, psicologa forense e presidente del Servizio Nazionale Tutela Minori della CEI.
La tecnologia: alleata o nemica?
Uno dei nodi centrali del convegno sarà proprio il rapporto tra infanzia e digitale. Un tema che divide genitori, insegnanti e perfino gli esperti. La professoressa Panciroli parlerà dell'incidenza della tecnologia nello sviluppo infantile, mentre la dottoressa Griffini affronterà la sfida di "promuovere comunità educanti nell'era digitale". Temi non da poco, se pensiamo che sempre più bambini hanno accesso a smartphone e tablet fin dalla più tenera età. E qui il disegno, con la sua immediatezza e spontaneità, può davvero diventare una finestra privilegiata per capire come i nostri figli stanno vivendo questa rivoluzione tecnologica.
L'orgoglio del territorio
Iacopo Lagazzi, sindaco di Guiglia e presidente dell'Unione Terre dei Castelli, non nasconde la soddisfazione: "Sono davvero orgoglioso che il nostro territorio ospiti questo convegno. Troppo spesso la nostra attenzione è rivolta altrove, quando invece il mondo dell'infanzia dovrebbe essere al centro delle programmazioni di enti e istituzioni". Una consapevolezza condivisa anche da
Carmen Vandelli, presidente della Fondazione di Vignola: "Il titolo racchiude un impegno profondo: quello di ascoltare, osservare e comprendere le nuove generazioni".
Informazioni pratiche per non mancare
Per chi volesse partecipare (e la partecipazione è gratuita), gli organizzatori hanno pensato anche ai genitori con figli piccoli: sarà attivo un servizio di assistenza per bambini e ragazzi. Al termine di ogni serata, alle 21, è prevista una cena a buffet per favorire il confronto tra i partecipanti. L'iscrizione è gradita scrivendo a info@bettybfestival.it. Il convegno è accreditato per la formazione di insegnanti e giornalisti - un dettaglio che la dice lunga sull'importanza che si vuole dare all'iniziativa. Perché poi, alla fine, di questo si tratta: di imparare un linguaggio che forse abbiamo dimenticato, quello dei nostri bambini. E se per riuscirci dobbiamo passare attraverso i fumetti e i disegni, beh, forse non è poi una strada così sbagliata.