De Chirico torna giovane a ottant'anni: la straordinaria Neometafisica in mostra a Modena


De Chirico torna giovane a ottant'anni: la straordinaria Neometafisica in mostra a Modena

Che ci vuole del coraggio a reinventarsi a ottant'anni suonati, questo è fuor di dubbio. Ma che Giorgio de Chirico ci sia riuscito così bene da conquistare persino Dino Buzzati - che prima lo stroncava senza pietà per le sue "repliche meccaniche" - questo ha davvero del miracoloso. Dal 29 novembre e fino al 12 aprile 2026, il Palazzo dei Musei di Modena ospita una delle mostre più affascinanti dell'anno: "Giorgio de Chirico. L'ultima Metafisica", cinquanta capolavori che raccontano come il padre della pittura metafisica sia riuscito a diventare giovane quando tutti si aspettavano che fosse ormai un vecchio nostalgico.

Una stagione artistica da favola

La neometafisica nasce nel 1968, quando de Chirico decide che è il momento di riprendere in mano pennelli e cavalletto per tornare ai suoi amati manichini e alle Piazze d'Italia che lo avevano reso celebre. Ma attenzione: non si tratta delle solite copie che aveva sfornato per decenni, facendo storcere il naso a critici e collezionisti. Questa volta c'è qualcosa di diverso, di più giocoso, di liberato da quel senso tragico che permeava le opere giovanili. Elena Pontiggia, curatrice della mostra e autorità indiscussa dell'arte italiana del Novecento (docente all'Accademia di Brera e al Politecnico di Milano, ha dedicato anni di studi proprio a de Chirico), spiega perfettamente il cambiamento: "La metafisica degli anni Dieci voleva esprimere l'enigma, l'incomprensibilità e l'assurdità dell'esistenza. In quella degli anni Settanta il sentimento dell'insensatezza dell'universo si attenua, ed è osservato con ironico distacco".

Il miracolo del 1968

Fu proprio Buzzati il primo ad accorgersi che qualcosa era cambiato. Nel 1968, recensendo una mostra milanese alla galleria Alexander Jolas, il grande scrittore e giornalista riconosce finalmente una "sincerità e freschezza autentiche" nelle nuove opere del Maestro, scrivendo con ammirazione che "a ottant'anni un artista abbia l'animo di mettersi in un'impresa simile è cosa meravigliosa". È l'inizio della riscoperta del "nuovo" de Chirico. Quello che rende straordinario questo decennio creativo (1968-1978) è la capacità dell'artista di reinventare il proprio linguaggio poetico. I manichini tornano, sì, ma con una tavolozza più vivace, un'ironia più marcata, uno sguardo finalmente sereno anche se venato di sottile malinconia. È come se de Chirico avesse fatto pace con i propri fantasmi, trasformandoli da incubi in compagni di viaggio.

Un evento culturale da non perdere

La mostra, promossa dal Comune di Modena in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, rappresenta un'occasione unica per ammirare opere che raramente escono dalla collezione della Fondazione. Un percorso affascinante tra memoria e reinvenzione, dove ogni quadro racconta di un artista capace di stupire ancora, di trovare nuove strade espressive quando sembrava che tutto fosse già stato detto.

Informazioni pratiche

Dove: Palazzo dei Musei di Modena, nuova ala (ingresso biglietteria in viale Vittorio Veneto 9) Quando: dal 29 novembre 2025 al 12 aprile 2026 Orari: martedì-domenica 10:00-19:00 (chiuso lunedì) Aperture straordinarie: .

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    • 8 dicembre 2025: 10:00-19:00
    • 24 e 31 dicembre: 10:00-14:00
    • 25 dicembre e 1° gennaio 2026: 14:00-19:00
    • 6 aprile 2026: 10:00-19:00

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Biglietti: .

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    • Open (data libera): € 15
    • Intero: € 13
    • Ridotto: € 11
    • Scuole: € 4

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I biglietti sono acquistabili online (accesso diretto) o in loco. La biglietteria chiude 30 minuti prima della chiusura della mostra. Una mostra che dimostra come l'arte, quando è autentica, non conosca età. E che a volte i capolavori nascono proprio quando meno te lo aspetti.

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