Carpi: tra pali pericolanti e teatrini politici


Carpi: tra pali pericolanti e teatrini politici

C'è qualcosa di profondamente simbolico nel fatto che il primo ottobre carpigiano sia iniziato con un palo del telefono che minacciava di cadere. Come se la città volesse avvertirci che le comunicazioni, in tempi di polemiche infinite, rischiano sempre di crollare sotto il peso della propria instabilità.

Mentre in via Chiesa Cortile Polizia Locale e Vigili del Fuoco collaboravano per mettere in sicurezza l'infrastruttura traballante, altrove in città si consumava un altro tipo di pericolio: quello della dialettica politica che scivola nel teatrino. L'assessora Paola Poletti risponde a muso duro alle provocazioni di Fratelli d'Italia, e lo fa con quella schiettezza che dovrebbe essere norma nell'amministrazione pubblica, non eccezione degna di cronaca.

Il paradosso è evidente: mentre le consigliere Arletti e Carletti si esercitano nell'arte antica del puntare il dito, chi governa davvero deve coordinarsi con Prefettura, Questura e Forze dell'Ordine per ottenere risultati concreti. Come quel 24enne arrestato con droga e oltre 8.000 euro, che evidentemente non aveva letto i comunicati stampa sulla presunta inefficacia dei controlli.

La realtà, come sempre, è più prosaica della retorica. Il giovane spacciatore, che ha opposto violenta resistenza arrivando a colpire un agente, rappresenta quel tipo di criminalità che non si combatte con i tweet ma con il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Gli 11 grammi di hashish e cocaina sequestrati, insieme al bilancino di precisione, raccontano una storia diversa da quella delle emergenze mediatiche: parlano di un fenomeno strutturale che richiede strategie concrete, non slogan.

Intanto, a Novi di Modena scattano le misure antismog, con quel rigore burocratico che caratterizza le amministrazioni virtuose. Dal primo ottobre al 31 marzo 2026, divieti per i diesel più inquinanti, temperature controllate negli edifici, stop alle combustioni. Un esempio di come si affrontano i problemi reali: con ordinanze precise, non con polemiche sui social.

C'è una lezione che emerge da questa giornata carpigiana: la differenza tra chi amministra e chi fa opposizione non sta nelle intenzioni, ma nei metodi. Chi governa deve coordinare interventi, ottenere risorse, garantire che le sanzioni vengano applicate. Chi contesta può limitarsi a suonare "la grancassa della protesta", come efficacemente scrive chi ha seguito la polemica sulla sicurezza.

Il palo pericolante di via Chiesa Cortile, alla fine, diventa metafora perfetta della nostra epoca: le infrastrutture della democrazia – il dialogo, il confronto, la collaborazione istituzionale – traballano sotto il peso delle polemiche strumentali. Ma per fortuna ci sono ancora vigili del fuoco e poliziotti locali pronti a rimetterle in sicurezza, con la pazienza di chi sa che il lavoro vero si fa nel silenzio delle competenze, non nel clamore delle dichiarazioni.

Carpi, in fondo, resta una città che sa distinguere tra chi costruisce sicurezza e chi costruisce consenso. Una distinzione che, in tempi di comunicazione pericolante, vale più di mille comunicati stampa.