Carpi tra diplomazia e controlli: quando il locale incontra il globale


Carpi tra diplomazia e controlli: quando il locale incontra il globale

Ieri l'altra sera, nelle sale del palazzo comunale di piazza Re Astolfo, si è consumato uno di quei paradossi che solo la democrazia locale sa regalare: mentre i consiglieri discutevano di ammanchi contabili e responsabilità amministrative, alzavano contemporaneamente lo sguardo verso Gerusalemme e Gaza. Una mozione per il riconoscimento della Palestina e una per tutelare il Comune nel caso AMO hanno dominato la seduta, creando un singolare contrasto tra questioni internazionali e grane domestiche.

La geografia politica carpigiana si è rivelata in tutta la sua complessità: Pd e Alleanza Verdi-Sinistra hanno guidato la carica diplomatica verso il Medio Oriente, sostenuti da Carpi a colori e Carpi Civica, mentre Fratelli d'Italia ha tenuto la barra dritta sul "no" e la Lega ha preferito l'elegante astensione. Una cartina tornasole che rispecchia, in piccolo, i grandi equilibri nazionali, ma con quel tocco emiliano che non guasta mai: pragmatici sui conti, idealisti sui principi.

Particolarmente suggestiva è la coincidenza temporale con l'esposizione della bandiera palestinese dal Municipio di Soliera da parte della sindaca Caterina Bagni. Sembra quasi che la pianura padana stia sviluppando una sua peculiare vocazione mediorientale, trasformando i campanili in minareti della solidarietà internazionale. Non è un caso che questi gesti simbolici si moltiplichino proprio quando la politica locale cerca di riaffermare la propria rilevanza oltre i confini comunali.

Nel frattempo, la vicenda AMO continua a gettare ombre lunghe sui rapporti interistituzionali. L'ammanco di 500mila euro ha scatenato la consueta danza delle responsabilità, con la maggioranza che respinge le "strumentalizzazioni" dell'opposizione e quest'ultima che grida al complotto. In mezzo, la verità giudiziaria che farà il suo corso, mentre i cittadini si chiedono come sia possibile che una dipendente addetta alla contabilità riesca a far sparire 400mila euro nell'arco di cinque anni senza che nessuno se ne accorga.

A completare il quadro di questa giornata politicamente densa, ecco il ritorno di Giorgio Verrini in Consiglio comunale. Il medico in pensione, alla sua terza esperienza consiliare, rappresenta quella continuità che la politica locale carpigiana sembra apprezzare: volti noti che si alternano in un valzer di liste civiche e appartenenze sempre più fluide. La surroga unanime testimonia quanto, al di là delle divisioni ideologiche, certi nomi godano di un rispetto trasversale.

La lezione che emerge da questa giornata è quella di una città che non rinuncia a pensarsi protagonista, anche quando deve fare i conti con la prosaica realtà degli ammanchi contabili. Carpi mostra una vocazione che è insieme provinciale e cosmopolita: capace di indignarsi per le ingiustizie planetarie senza perdere di vista i controlli sui bilanci delle partecipate.

Forse è proprio questa la vera identità della città: un equilibrio sempre precario tra l'ambizione di contare sui grandi temi e la necessità di amministrare il quotidiano con competenza. Una città che guarda al mondo dal campanile di San Nicolò, ma che non dimentica di tenere sott'occhio i conti delle società partecipate. Tra diplomazia e controlli, Carpi conferma la sua vocazione di piccola capitale che non si accontenta di essere solo se stessa.