Carpi tra chiusure e aperture: la città che si reinventa


Carpi tra chiusure e aperture: la città che si reinventa

Carpi, 5 ottobre 2025. Ieri la nostra città ha offerto uno spaccato perfetto di quella che potremmo chiamare l'arte della metamorfosi urbana: mentre la mannaia del Questore chiudeva un locale del centro storico, dall'altra parte della città si preparavano ad aprire le porte del nuovo Eurospar. Un gioco di specchi che racconta molto di più di quanto sembri.

Il provvedimento di chiusura dell'esercizio pubblico - dieci giorni di stop per frequentazioni poco raccomandabili - ci ricorda che il "cuore di Carpi" batte talvolta in maniera irregolare. L'articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza non è materia da salotto, ma quando certi locali diventano ritrovo di chi con la legalità ha un "rapporto complicato", la medicina, per quanto amara, diventa necessaria. Il centro storico non può trasformarsi nel Far West, e i controlli intensificati dalla Questura sembrano aver colto nel segno.

Nel frattempo, il nuovo Eurospar di viale Manzoni si prepara all'inaugurazione del 15 ottobre, sorgendo dalle ceneri dello stabilimento Blumarine. C'è qualcosa di profondamente simbolico in questa trasformazione: dove un tempo si confezionavano abiti di lusso, ora sorgerà un supermercato di quartiere. Dal glamour dell'alta moda alla quotidianità della spesa, Carpi dimostra ancora una volta quella pragmatica saggezza che la contraddistingue, adattandosi ai tempi senza piagnistei.

E puntualmente ecco il coro dei "supermercati ce ne sono già troppo", come se la legge di mercato fosse una questione di opinioni pubbliche. Ma i numeri, testardi come sempre, rivelano che Carpi è sotto la media regionale per numero di supermercati in rapporto agli abitanti. Le cinquanta assunzioni previste e l'investimento di Despar Nord parlano più chiaro di mille lamentele da bar.

Sul fronte sportivo, oggi Carpi-Perugia allo stadio Cabassi richiamerà i tifosi con le consuete modifiche alla viabilità. Il calcio resta uno di quegli appuntamenti che uniscono la città, anche se solo per novanta minuti più recupero.

Ma è nella sfera politica che Carpi ha mostrato ieri la sua vocazione internazionale. Il Consiglio comunale ha approvato una mozione che chiede al Governo il riconoscimento dello Stato di Palestina, con tanto di confini del 1967 e Gerusalemme capitale condivisa. Una decisione che ha diviso l'aula - maggioranza di centrosinistra a favore, Fratelli d'Italia contro, Lega astenuta - ma che testimonia come anche le amministrazioni locali vogliano dire la loro sui grandi temi internazionali.

C'è qualcosa di paradossalmente carino nel vedere il Comune di Carpi impegnarsi per la pace in Medio Oriente mentre gestisce le chiusure dei bar problematici del centro storico. La politica estera e quella di prossimità, i massimi sistemi e la sicurezza del sabato sera: tutto si tiene nell'universo amministrativo contemporaneo.

Questa Carpi che ieri si è mostrata in tutta la sua complessità - tra chiusure necessarie e nuove aperture, tra campo di calcio e Consiglio comunale - è il ritratto di una città che non ha paura di cambiare pelle. Una comunità che sa quando essere pragmatica (il nuovo supermercato) e quando idealista (la mozione sulla Palestina), quando severa (la chiusura del locale) e quando accogliente (le nuove assunzioni). In fondo, è proprio questa capacità di essere contemporaneamente locale e universale, concreta e visionaria, che rende Carpi una città genuinamente moderna.