Tra stelle e serpenti, Carpi cerca la sua strada


Tra stelle e serpenti, Carpi cerca la sua strada

Ieri, 14 ottobre, Carpi si è svegliata con un bilancio esistenziale che nemmeno Borges avrebbe saputo orchestrare meglio: un postino che collezionava stelle, un pitone albino abbandonato come un elettrodomestico rotto, una scrittrice di romanzi rosa che conquista Hollywood e un movimento politico che si chiama "Drin Drin". Se questa non è la perfetta metafora dell'Italia contemporanea, ditemi voi cosa lo è.

Iniziamo dalla fine, che è sempre il modo più elegante per raccontare una storia. Vittorio Rustichelli se n'è andato a 98 anni, portando con sé il segreto di come si fa a trasformare la routine quotidiana del portalettere in una missione cosmica. Mentre distribuiva corrispondenza terrestre, lui costruiva telescopi per intercettare messaggi dall'universo. Un uomo che sognava di "arrivare al limite estremo dell'universo e gettare una lancia per vedere dove va a finire" - ecco, questo è il tipo di follia saggia che dovrebbe ispirare ogni amministrazione comunale.

All'altro estremo dello spettro della saggezza umana, qualcuno ha pensato bene di abbandonare un pitone reticolato di cinque metri in via Argine Panzano. Cinque metri, cari lettori. Non un geco domestico sfuggito dal terrario, ma un predatore del Sud-Est asiatico che evidentemente aveva esaurito il suo appeal esotico nel salotto di qualche incosciente. La vicenda solleva una questione filosofica non trascurabile: in un'epoca in cui tutti cercano l'autenticità, c'è chi se la procura illegalmente dal regno animale e poi, quando la realtà si manifesta in tutta la sua potenza rettiliana, la scarica nei nostri fossi come un sogno diventato incubo.

Tra queste due polarità - chi guarda alle stelle e chi abbandona serpenti - si muove l'universo parallelo della politica, dove il movimento "Drin Drin" si incontra al Seven Club di Casinalbo per fare il punto su "ORA!", il partito che si propone "pragmatico, basato su competenza e riformismo, al di là degli schieramenti tradizionali". Il nome "Drin Drin" suggerisce una certa nostalgia per i tempi in cui la politica suonava ancora il campanello di casa, invece di sfondare le porte mediatiche. Michele Boldrin e Alberto Forchielli, segretario e presidente, dovranno spiegare agli elettori come si governa un Paese con un programma che suona come una sveglia.

E poi c'è lei, Serena Artioli, alias Felicia Kingsley, che da Carpi ha conquistato milioni di lettori nel mondo con i suoi romanzi rosa. Tre milioni di copie vendute, sedici bestseller, traduzioni in venti Paesi. Mentre continuava a fare l'architetto, per quella saggia prudenza carpigiana che non abbandona mai il lavoro sicuro per inseguire i sogni. "Scandalo a Hollywood" è il suo ultimo lavoro, e chissà se tra le righe non abbia nascosto qualche ricordo di quando correva sotto gli irrigatori della nostra città.

Carpi ieri si è rispecchiata in quattro storie che sembrano non avere nulla in comune, eppure raccontano tutte la stessa cosa: la tensione tra il desiderio di elevarsi e la tentazione di abbandonare. Vittorio guardava le stelle e costruiva il futuro, Serena trasforma i ricordi dell'infanzia in letteratura di successo, mentre qualcuno scarica i propri fallimenti esotici nei fossi e la politica cerca nuove nomenclature per vecchie ambizioni.

Forse la vera lezione di ieri è questa: Carpi genera esploratori dell'impossibile - chi dell'universo, chi del cuore umano - ma deve fare i conti anche con chi l'impossibile lo abbandona appena diventa scomodo. Tra telescopi e pitoni, tra romanzi d'amore e movimenti che suonano come campanelli, la nostra città continua a essere il perfetto osservatorio per studiare le contraddizioni dell'animo umano. Con la differenza che qui, almeno, chi colleziona stelle le condivide con i giovani, e chi scrive d'amore lo fa partendo dai ricordi di casa.