La geografia del potere e del pallone


La geografia del potere e del pallone

Ieri, mentre i carpigiani si godevano una tranquilla giornata d'ottobre, la città ha offerto uno spaccato di sé che merita qualche riflessione. Da una parte la politica che cerca di rimettere insieme i cocci di Aimag, dall'altra il calcio giovanile che guarda al futuro con l'ottimismo di chi ha ancora tutto da costruire. Due mondi apparentemente distanti, eppure specchio della stessa comunità.

Il conclave del Partito Democratico su Aimag ha tutto il sapore di quei romanzi dove i personaggi si riuniscono per decidere il destino del feudo. Luigi Tosiani che accorre da Bologna, amministratori e segretari che si radunano come vassalli chiamati a corte, e al centro della questione una multiutility che gestisce l'acqua, l'energia e i rifiuti di 28 comuni. Non proprio il Sacro Graal, ma quasi. Quando la Corte dei Conti bussa alla porta, anche le riunioni più democratiche acquisiscono un'urgenza particolare.

L'ironia vuole che proprio mentre i politici parlano di "percorsi collegiali e condivisi" per ricostruire quello che evidentemente si era scomposto, i giovani del Carpi calcio si preparavano a vivere il loro weekend di passioni genuine. Nove formazioni giovanili impegnate sui campi dell'Emilia, dalla Primavera all'Under 11, in quella che il cronista sportivo ha definito con entusiasmo un "weekend di fuoco".

Non sfugge il contrasto tra chi cerca di tenere insieme territori e sensibilità diverse intorno a bilanci e gare d'appalto, e chi invece trova naturale la propria unità nel colore di una maglia. I derby contro il Modena, le sfide al Sigonio, le trasferte che profumano di rivalità storica: qui non servono segretari regionali per ricordare l'importanza dello "spirito unitario". L'appartenenza nasce spontanea, alimentata da quella passione che trasforma anche una sconfitta in una lezione per il futuro.

Particolare attenzione merita il calcio femminile carpigiano, che ieri si preparava alla domenica del Ghelfi con tre partite in programma. Dalle Under 13 alla prima squadra, le biancorosse (che il cronista chiama anche rossonere, in un delizioso lapsus calcistico) rappresentano forse l'aspetto più genuino di questa storia. Nessuna Corte dei Conti alle calcagna, nessun socio privato al 35%, solo la voglia di "muovere la classifica" e di "sfruttare il fattore campo".

Mentre i politici promettevano di "proseguire il lavoro nelle prossime settimane, rafforzando il dialogo tra tutti i livelli istituzionali", i giovani calciatori erano già proiettati verso i campi, con quella semplicità che rende ogni weekend una nuova opportunità. Due modi diversi di intendere il futuro: uno fatto di tavoli, confronti e note ufficiali, l'altro di palloni, sogni e domeniche al "Sigonio".

Forse la vera lezione di questa giornata carpigiana sta proprio qui: nella differenza tra chi deve ricostruire ciò che si è rotto e chi invece costruisce ogni giorno qualcosa di nuovo. I servizi pubblici locali sono fondamentali, Aimag rappresenta davvero un pezzo importante dell'economia locale, e il lavoro di mediazione politica è necessario. Ma c'è qualcosa di profondamente rassicurante nel sapere che, mentre gli adulti discutono di governance e partecipazioni azionarie, i ragazzi continuano a inseguire un pallone pensando che il mondo sia ancora tutto davanti a loro.

Carpi, in fondo, è anche questo: una città capace di tenere insieme la complessità della politica moderna con la semplicità eterna dello sport, trovando in entrambe le dimensioni una parte della propria identità.