Domenica di fiamme e derby: l'eterno ritorno del uguale


Domenica di fiamme e derby: l'eterno ritorno del uguale

Ieri, diciannove ottobre, Carpi ha vissuto una di quelle domeniche che sembrano scritte da un narratore con il gusto dell'eterno ritorno. Mentre le fiamme divoravano un fienile tra Bomporto e Soliera, sui campi da calcio si consumavano passioni altrettanto incendiarie, e la palestra del Nazareno celebrava la perfezione dell'imperfetto. Un trittico che racconta, meglio di ogni saggio sociologico, l'anima profonda di questa nostra terra d'Argine.

Iniziamo dal fuoco, quello vero. Quindici vigili del fuoco si sono ritrovati a combattere le fiamme presso una fattoria didattica, in quel lembo di terra che corre lungo il Secchia dove i carpigiani vanno a cercare il contatto con una natura che, evidentemente, ogni tanto si ribella. La metafora è fin troppo evidente: anche quando cerchiamo la quiete domenicale, il destino ci ricorda che l'emergenza è sempre dietro l'angolo. Fortuna ha voluto che non ci fossero feriti, ma resta il mistero delle cause - un giallo che gli investigatori dovranno risolvere "pezzo dopo pezzo, indizio dopo indizio", come se fossimo nel salotto di Hercule Poirot.

Poi c'è lo sport, che dalle nostre parti assume contorni epici anche quando si gioca in categorie dove la gloria è misurata in chilometri quadrati piuttosto che in audience televisive. Il Nazareno ha dimostrato che anche un micidiale 3-11 iniziale può trasformarsi in vittoria, grazie a un devastante parziale di 18-0 che suona come una lezione di filosofia applicata: non è mai finita finché non è finita. Federico Bertani ha "suonato la sua sinfonia" - così poeticamente lo descrive la cronaca - ricordandoci che in provincia il talento si nasconde spesso dietro nomi che non troverete mai su Wikipedia.

Ma il vero capolavoro narrativo lo ha offerto il calcio dilettantistico, con un United-Solierese che ha replicato esattamente il copione di mercoledì scorso: 2-2, ma a parti invertite. Come se Dio avesse installato un software che ripete le stesse dinamiche cambiando solo l'ordine dei fattori. Prima la Solierese in vantaggio, poi la rimonta dello United con Hamza Nadiri che segna la quinta rete stagionale - un'informazione che i cronisti locali custodiscono con la precisione di un notaio medievale.

C'è qualcosa di profondamente carpigiano in questa domenica: l'arte di trasformare l'ordinario in straordinario, il talento nel vedere epica anche dove altri vedrebbero solo routine. Quindici vigili del fuoco che corrono verso le fiamme, Bertani che orchestra rimonte impossibili, Gennaro Taurino che fa doppiette decisive in Terza Categoria. Eroi della porta accanto che rendono grande una città che non ha bisogno di palcoscenici internazionali per sentirsi importante.

E mentre tutto questo accadeva, lunedì sera si preparava la sfida contro l'Ascoli, quella vera, quella con le telecamere di RaiSport. Stefano Cassani promette il 120 per cento contro "la squadra più in forma del campionato", perché dalle nostre parti anche quando si è David contro Golia, si prova sempre a vincere. O almeno a provarci con dignità.

Carpi si conferma così quello che è sempre stata: una città dove l'eccellenza nasce dall'ostinazione, dove si combatte contro le fiamme con la stessa determinazione con cui si rimonta un 3-11 o si affronta una capolista. Una comunità che ha fatto della resilienza non un slogan, ma una pratica quotidiana. Persino i suoi derby finiscono in pareggio, come se la saggezza popolare avesse insegnato che, alla fine, è meglio non avere né vincitori né vinti definitivi. Solo storie da raccontare alla prossima domenica.