Carpi tra sindacati, mattoni sacri e derby salvifici


Carpi tra sindacati, mattoni sacri e derby salvifici

Ieri, 22 ottobre, Carpi si è svegliata con tre notizie che, apparentemente slegate, raccontano in realtà il DNA profondo della nostra città: l'ascesa di un carpigiano nel sindacalismo modenese, la sapiente distribuzione di denari pubblici al patrimonio ecclesiastico, e un derby di pallamano risolto negli ultimi due secondi. Tre storie che, come in un perfetto racconto borgiano, si riflettono l'una nell'altra.

Iniziamo dal protagonista del giorno: Alessandro Santini, eletto segretario della Filcams CGIL Modena con un consenso bulgaro che farebbe invidia a qualsiasi candidato politico. Quarantacinque voti favorevoli, due astenuti e zero contrari: numeri che in democrazia sono rari come le comete di Halley. Questo figlio di Carpi, con una gavetta che attraversa i settori più disparati del lavoro, si trova ora a rappresentare ottomilacinquecento iscritti, "in maggioranza donne", come precisa la cronaca. Un dettaglio non secondario, che racconta l'evoluzione silenziosa del mondo del lavoro, dove chi serve, pulisce, vende e accoglie ha sempre più spesso volto femminile.

Ma se Santini combatte per la dignità del lavoro, il Comune di Carpi ha dimostrato ieri una saggezza salomonica nella gestione dei rapporti con la Chiesa. Duecentosettemila euro destinati alla Diocesi, ma con regole ferree: si restaura l'antico, non si costruisce il nuovo. Una filosofia che ha fatto piangere chi sognava nuove chiese a Cibeno e ha premiato chi voleva rimettere a posto la sacrestia della Cattedrale. "È questione di mattoni antichi, non di fede", recita giustamente il titolo, e in questa distinzione c'è tutta la laicità intelligente di una amministrazione che sa distinguere tra patrimonio culturale e ambizioni ecclesiastiche.

Curiosamente, mentre la burocrazia comunale premiava chi conserva piuttosto che chi innova, nelle palestre Fassi si consumava un dramma sportivo che ha tenuto duecento spettatori con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo. Il derby tra Pallamano Carpine e Modena, concluso 27-27, con il capitano Vincenzo Coppola che ha salvato la serata a due secondi dalla fine, è la metafora perfetta della capacità carpigiana di non mollare mai, anche quando tutto sembra perduto.

C'è qualcosa di profondamente simbolico in questa giornata. Santini che conquista il vertice sindacale con la stessa determinazione con cui Coppola ha segnato il gol del pareggio. L'amministrazione comunale che distribuisce fondi con la stessa precisione millimetrica con cui la Carpine ha costruito il suo vantaggio prima di rischiare di buttarlo via. E sullo sfondo, l'aria che finalmente si mantiene pulita, come se anche l'atmosfera cittadina avesse voluto partecipare a questa giornata di relativo ottimismo.

Carpi si conferma una città che sa amministrare con prudenza (i soldi alla Chiesa solo per il restauro), che sa far crescere i propri figli fino ai vertici regionali (Santini in Cgil), che sa emozionarsi per un pareggio al cardiopalma (il derby di pallamano) e che, forse per la prima volta da settimane, può respirare aria non inquinata. Non è poco, per una città che spesso si sottovaluta. È la dimostrazione che, anche nell'Italia dei grandi problemi irrisolti, esistono ancora comunità che funzionano, dove il buonsenso amministrativo, la crescita professionale dei cittadini e la passione sportiva si intrecciano in un racconto quotidiano fatto di piccole vittorie e sagge mediazioni.