Carpi tra sport, strada e nuove cittadinanze


Carpi tra sport, strada e nuove cittadinanze

Mentre la politica nazionale si dibatte tra decreti e controverse, Carpi si reinventa quotidianamente con quella peculiare capacità emiliana di trasformare il pragmatismo in visione. Le cronache di ieri ci restituiscono il ritratto di una città che, con metodica ostinazione, costruisce il proprio futuro pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, progetto dopo progetto.

Prendiamo il nuovo progetto per la rigenerazione della palestra "Della Solidarietà": c'è qualcosa di profondamente ironico nel fatto che una struttura intitolata alla solidarietà diventi oggetto di un bando che chiede proprio alle associazioni di solidarizzare con l'amministrazione comunale, investendo risorse proprie per riqualificarla. L'economia della condivisione applicata all'urbanistica sportiva, verrebbe da dire. Eppure, dietro questa apparente contraddizione, si cela una strategia non priva di saggezza: chi meglio di chi vive quotidianamente quegli spazi può immaginarne la trasformazione?

La risposta sembra arrivare dall'altra iniziativa comunale: il raddoppio dell'educativa di strada. Qui l'amministrazione investe 11mila euro di fondi propri per mappare il territorio giovanile, espressione che suona vagamente militare ma che nasconde un'intenzione pedagogica encomiabile. Settemila giovani raggiunti in nove mesi: se fosse una campagna elettorale, sarebbe un successo clamoroso. Invece è semplicemente buona amministrazione, quella che si preoccupa dei cittadini prima che diventino elettori problematici.

Ma i giovani, si sa, sono creature complesse. E infatti le cronache giudiziarie ci raccontano di un ventunenne con 25 grammi di sostanze stupefacenti e di un ventisettenne armato di coltello a serramanico. Due generazioni diverse, stesso disagio sociale. Viene da chiedersi se questi ragazzi abbiano mai sentito parlare degli educatori di strada che li cercano nei parchi, o se semplicemente frequentino parchi diversi da quelli mappati dagli operatori sociali.

Nel frattempo, nella vicina Soliera, si celebra l'accoglienza con il Festival della Migrazione. Nuove cittadinanze che nascono mentre altre cittadinanze si perdono nei labirinti della marginalità sociale. C'è una bellezza quasi letteraria in questa simultaneità: da una parte chi conquista il diritto di appartenere alla comunità, dall'altra chi rischia di perdere il diritto di farne parte costruttivamente.

L'ironia della cronaca contemporanea è che spesso le soluzioni e i problemi convivono nello stesso territorio, nello stesso momento storico, a poche centinaia di metri di distanza. Carpi investe nell'educativa di strada per intercettare il disagio giovanile proprio mentre i suoi giovani vengono intercettati dalle forze dell'ordine. Offre alle associazioni la possibilità di rigenerare gli spazi sportivi mentre alcuni cittadini rigenerano il mercato illegale degli stupefacenti.

Eppure, in questa apparente contraddizione, si cela la vera natura di una comunità viva: quella che non si arrende alla complessità del presente, che non cerca scorciatoie populiste, ma lavora pazientemente sui dettagli, sui servizi, sulle opportunità concrete. Una città che sa che la solidarietà non è solo il nome di una palestra, ma un metodo di amministrazione quotidiano.

Carpi conferma ancora una volta di essere una città che non ha paura di guardarsi allo specchio, riconoscendo i propri problemi senza drammatizzarli, investendo nelle soluzioni senza illudersi che siano definitive. È questa, forse, la migliore definizione di maturità civica.