La digital-nostalgia di una città che guarda avanti e indietro


La digital-nostalgia di una città che guarda avanti e indietro

Ieri a Carpi si è consumato uno di quei paradossi che solo la modernità sa regalare: mentre la città veniva premiata per l'eccellenza digitale conquistando il Premio Agenda Digitale 2025 per il miglior valore Desier in provincia di Modena, a pochi chilometri di distanza, a Modena, si consumava una tragicommedia degna di Ionesco: una mostra sulla Democrazia Cristiana organizzata dimenticando di invitare proprio i democristiani.

È il ritratto di un territorio che naviga tra futuro e passato con la grazia di un equilibrista su un filo digitale. Da una parte Carpi che si fregia dei suoi 60 indicatori di modernizzazione - dalla banda ultra-larga alle competenze digitali dei dipendenti comunali - dall'altra la vicenda modenese che ci ricorda come, nonostante tutti i nostri algoritmi, continuiamo a dimenticarci le cose più elementari, come invitare a una festa chi dovrebbe esserne il protagonista.

Ma è la vicenda del Biscione di via Unione Sovietica a incarnare il vero paradosso carpigiano. Qui il digitale non basta, qui i nove milioni di euro promessi per la rigenerazione urbana sembrano dissolversi nell'etere come file corrotti. Annalisa Arletti e i suoi colleghi di Fratelli d'Italia hanno ragione quando parlano di "promesse che si sciolgono come neve al sole": in politica, a differenza che in informatica, non esiste ancora un sistema operativo che impedisca il crash delle buone intenzioni.

Il Biscione, con i suoi 780 abitanti e la sua forma serpentina, resta il reminder analogico di una città che, pur brillando nella galassia digitale, fatica ancora a risolvere i problemi concreti del vivere quotidiano. È il paradosso della modernità: siamo capaci di digitalizzare i procedimenti amministrativi ma non di trasformare realmente la vita delle persone che abitano in quegli 80 appartamenti che aspettano da anni una rigenerazione più sostanziale che nominale.

Forse è proprio questo il messaggio che ci arriva dal 29 ottobre carpigiano: che l'innovazione tecnologica è necessaria ma non sufficiente. Che puoi avere la migliore fibra ottica dell'Emilia-Romagna, ma se poi non riesci a tessere i fili della comunità sociale, a cosa serve tutta quella banda larga?

Carpi si conferma così una città in equilibrio costante tra slancio verso il futuro e responsabilità verso il presente. Una città che sa meritarsi i riconoscimenti regionali per l'innovazione digitale ma che non deve dimenticare che, alla fine, sono sempre le persone - quelle del Biscione, quelle che guidano i camion in viale dell'Industria, quelle che si sentono dimenticate alle mostre - a dare senso a tutta questa modernità. Il vero test dell'agenda digitale non è quanti indicatori superiamo, ma quanto riusciamo a non lasciare indietro nessuno nel nostro viaggio verso il domani.