Ieri, domenica 2 novembre, mentre i carpigiani si dividevano tra le Domeniche in scienza al Loria e Il Barbiere di Siviglia al Comunale, la città ha vissuto una di quelle giornate che sembrano uscite da un romanzo picaresco: tra rigori decisivi in Sardegna, evasioni cinematografiche dall'Emilia e weekend calcistici da brividi, il filo conduttore è stato una certa predilezione per i colpi di scena lontano dalle mura domestiche.
Iniziamo dal paradosso geografico che sta caratterizzando la nostra epoca: il Carpi di Cristian Cassani ha conquistato la quarta vittoria esterna stagionale battendo la Torres a Sassari, confermandosi una squadra che evidentemente trova la propria dimensione ideale a migliaia di chilometri da casa. Michele Cortesi, capitano imperturbabile, ha trasformato il rigore decisivo con la freddezza di chi sa che le trasferte sono ormai il suo habitat naturale. Chissà se anche lui, come tanti carpigiani, ha scoperto che per rendere al meglio bisogna allontanarsi un po' dalla routine quotidiana.
Ma se il calcio professionistico regala soddisfazioni lontane, quello dilettantistico locale ha offerto un weekend da film dell'orrore più che da Ognissanti. Il folle 4-4 tra Virtus Libertas e Campogalliano merita una menzione speciale per aver trasformato novanta minuti di calcio in una sceneggiatura degna dei fratelli Coen: gol, controrimonte, rigori e un finale al cardiopalma che ha lasciato tutti con l'amaro in bocca e il dolce della spettacolarità. Quando Andrea Caligiuri si è fermato davanti al portiere per poi ripartire e segnare, probabilmente stava già pensando al racconto che ne avrebbe fatto al bar lunedì mattina.
Parallelamente, mentre i nostri eroi del pallone si esibivano sui campi della provincia, Elia Del Grande decideva di abbandonare la casa-lavoro di Castelfranco Emilia con una fuga degna di un thriller: corda improvvisata, muro scavalcato e fuga nel buio. Il quarantanovenne, autore nel 1998 della strage che sconvolse l'Italia, ha dimostrato che l'arte dell'evasione non conosce età, trasformando fili elettrici agricoli in strumenti di libertà. Una storia che fa riflettere sui limiti di un sistema penitenziario dove la sicurezza sembra essere più un auspicio che una realtà.
L'ironia della giornata sta tutta in questo contrasto: mentre i carpigiani potevano scegliere tra le meraviglie della scienza meteorologica e le note rossiniane, la cronaca li serviva con fughe spettacolari e vittorie lontane. È come se la città avesse deciso di celebrare i Santi guardando altrove, trovando le proprie soddisfazioni negli angoli più remoti della penisola o nelle cronache più inquietanti dell'Emilia.
La comunità carpigiana emerge da questa domenica con la consapevolezza di vivere in un'epoca dove le distanze si accorciano ma le contraddizioni si moltiplicano. Da una parte una squadra che vince solo in trasferta, dall'altra un sistema di sicurezza che lascia scappare chi dovrebbe controllare. In mezzo, una domenica di eventi culturali che dimostra come la vera ricchezza di una comunità stia nella capacità di offrire alternative intelligenti alla quotidianità.
Carpi si conferma così una città dai mille volti: capace di esportare talento calcistico fino in Sardegna, di importare cronache da thriller emiliano e di mantenere intatta la propria vocazione culturale. Una comunità che sa vincere lontano da casa e che, forse proprio per questo, apprezza ancora di più il valore di tornare a casa la sera, magari dopo aver applaudito Rossini o aver scoperto i segreti delle previsioni del tempo.