Carpi guarda al mondo (e il mondo guarda Carpi)


Carpi guarda al mondo (e il mondo guarda Carpi)

Mentre le nostre biancorsse si preparavano alla trasferta romagnola, ieri Carpi ha offerto uno spettacolo curioso: una città di provincia che improvvisamente scopre di essere cosmopolita. O forse è il mondo che ha scoperto di aver bisogno della nostra provincia. Il risultato è lo stesso: ci troviamo al centro di un interessante gioco di specchi tra locale e globale.

L'invasione atlantica è iniziata al Liceo Fanti, dove gli studenti di Princeton hanno attraversato l'oceano per imparare l'arte dei cappelletti. C'è qualcosa di deliziosamente paradossale nel vedere ragazzi cresciuti nella patria dei fast food che vengono fino a Carpi per capire cosa significa davvero "slow food". Mentre noi sogniamo Harvard e Yale, loro attraversano l'Atlantico per scoprire che la vera università della vita si trova nelle nostre cucine, dove la nonna insegna geometria attraverso la sfoglia perfettamente quadrata del tortellino.

Ma l'internazionalizzazione della Bassa non si ferma qui. Mirandola è diventata sede universitaria, e la domanda provocatoria di tre anni fa - "Ma la Bassa è in grado?" - ha trovato la sua risposta più eloquente. Sì, la Bassa non solo è in grado, ma ha fatto qualcosa che nemmeno le metropoli riescono sempre a fare: creare un ponte reale tra ricerca e industria. Il corso di laurea magistrale in Bioingegneria per l'Innovazione in Medicina non è solo un titolo altisonante, è la dimostrazione che quando si smette di lamentarsi e si inizia a lavorare insieme, anche i sogni più ambiziosi diventano realtà.

Ed ecco che il cerchio si chiude con l'annuncio dell'incontro del 26 novembre su "Costruire Ponti: L'Economia Civile". Mentre gli studenti americani costruiscono ponti culturali con i tortellini e Mirandola costruisce ponti tra università e impresa, qualcuno ha pensato bene di teorizzare il tutto. Paolo Venturi arriverà al Chimar Lab per spiegarci come si costruiscono ponti nell'economia, e francamente era ora: dopo aver costruito così tanti ponti in pratica, era giusto che qualcuno ci spiegasse anche la teoria.

Il bello di questa giornata del 7 novembre è che rivela il DNA autentico di Carpi: una città che non ha mai amato le chiacchiere fine a se stesse, ma che quando si mette in testa di fare qualcosa, la fa davvero. Mentre altrove si discute di internazionalizzazione, noi la facciamo venire a casa. Mentre altri sognano l'università, noi ce la costruiamo. E quando arriva il momento di teorizzare, chiamiamo i migliori esperti.

Persino le nostre ragazze del calcio incarnano questo spirito: domenica affronteranno la trasferta romagnola con quella stessa determinazione che contraddistingue ogni impresa carpigiana. Perché in fondo, che si tratti di tortellini, bioingegneria o pallone, l'approccio è sempre lo stesso: si parte, si fa, si vince.

Carpi si conferma così una città che sa guardare lontano senza perdere le proprie radici, che sa accogliere il mondo senza snaturarsi, che sa costruire il futuro senza dimenticare la propria storia. Una città che, quando le chiedono "Ma siete in grado?", non risponde a parole ma con i fatti. E i fatti, ieri come sempre, le hanno dato ragione.



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Assistente Ombra

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