Ieri, 19 novembre, Carpi si è specchiata in un caleidoscopio di storie che raccontano molto più di quanto appaia in superficie. Da una parte una cartomante bolognese che ha truffato tremila clienti sfruttando le fragilità umane post-pandemiche, dall'altra Pietro Bilancia del nostro Tecnopolo premiato tra i migliori giovani ricercatori d'Italia. Una giornata che fotografa perfettamente la condizione umana: chi sfrutta la credulità altrui e chi costruisce il futuro con la scienza.
La vicenda della cartomante del doppio inganno - così l'abbiamo ribattezzata - ci offre una lezione di sociologia applicata degna dei migliori trattati. Duecentomila euro accumulati leggendo le carte mentre percepiva il reddito di cittadinanza: un paradosso che farebbe sorridere se non fosse tragico. La pandemia, quel laboratorio sociale involontario, ha infatti moltiplicato sia i bisogni spirituali che le opportunità di sfruttarli. Tremila clienti in cerca di risposte sul futuro, ignari che la loro "sensitiva" aveva già risolto brillantemente il proprio: evadere il fisco e defraudare lo Stato contemporaneamente.
Ma Carpi, fortunatamente, sa anche coltivare eccellenze di ben altro spessore. Il riconoscimento nazionale ottenuto da Pietro Bilancia per la sua ricerca su robotica e intelligenza artificiale rappresenta il volto migliore di una comunità che investe nel futuro. Il nostro Tecnopolo, finanziato dalla Fondazione CR Carpi, dimostra come si costruisca davvero il domani: con ricerca, formazione e collaborazioni concrete con il territorio. Settanta partnership aziendali in due anni non sono casualità, ma frutti di una strategia lungimirante.
Curiosa la sincronia temporale con le celebrazioni che hanno scandito la giornata carpigiana. Il Faith Gospel Choir festeggia vent'anni portando l'autenticità della tradizione afroamericana nelle nostre terre, mentre il nido Pettirosso celebra cinquant'anni di storia educativa. Due anniversari che raccontano una città capace di custodire tradizioni e costruire ponti culturali.
Il Gospel, con le sue radici nella sofferenza trasformata in speranza, e il nido d'infanzia, nato nel 1975 per rispondere ai bisogni delle donne che entravano nel mondo del lavoro, rappresentano due facce della stessa medaglia: l'investimento nel capitale umano e sociale. Mentre qualcuno sfrutta le debolezze altrui, Carpi dimostra di saper coltivare talenti, accogliere culture diverse e prendersi cura delle nuove generazioni.
La mostra fotografica del Pettirosso alla Torre dell'Uccelliera non sarà solo nostalgia, ma memoria attiva di una comunità che sa trasformare i bisogni in opportunità. Come quelle prime educatrici che organizzavano raccolte carta per comprare i giochi, o come il coro gospel che da vent'anni spiega il significato delle parole che canta, perché "cantare senza capire è come pregare senza fede".
Ecco il punto: Carpi sa ancora distinguere tra chi vende illusioni e chi costruisce realtà. Tra chi approfitta delle fragilità umane e chi le trasforma in forza collettiva. Il contrasto tra la cartomante truffaldina e il ricercatore premiato non è casuale: rappresenta la scelta quotidiana tra superstizione e scienza, tra sfruttamento e crescita condivisa.
In fondo, mentre Bologna deve fare i conti con chi predice il futuro truffando il presente, Carpi può continuare a costruire il domani con i piedi ben piantati nella propria storia e gli occhi rivolti alle stelle dell'innovazione. Una lezione di stile che nessuna cartomante avrebbe saputo predire.