Ieri Carpi ha mostrato il suo volto più ambizioso, quello di una città che non si accontenta di "essere tutta campagna" ma vuole raccontarsi al mondo con i linguaggi del futuro. L'affidamento di 85mila euro all'agenzia "Era tutta campagna" per curare l'immagine comunale suona come una profezia che si autoavvera: da territorio agricolo a brand da comunicare, il passo è compiuto.
C'è qualcosa di deliziosamente ironico nel fatto che una città fondata letteralmente sui campi affidi la propria identità visiva a un'agenzia che porta nel nome la sua origine rurale. Simone Golinelli e Gabriele Al-Khrisha, i fondatori, hanno vinto una scommessa non da poco: convincere il Comune che per i prossimi due anni la creatività locale può valere quanto quella delle grandi agenzie metropolitane. Ottantacinquemila euro sono tanti soldi per una comunità di provincia, ma sono anche il segno che Carpi ha capito una lezione fondamentale del nostro tempo: non basta fare le cose, bisogna saperle raccontare.
E di cose da raccontare, a giudicare dalle notizie di ieri, ce ne sono parecchie. Il nuovo ospedale che prende forma concreta con la presentazione dell'Accordo operativo prevista per lunedì all'Auditorium Loria rappresenta forse il capitolo più importante della storia sanitaria recente della città. Quando un sindaco, i dirigenti dell'Ausl e i tecnici si ritrovano davanti ai cittadini per spiegare dove nascerà il nuovo presidio, significa che siamo oltre le promesse elettorali e dentro la realtà dei cantieri.
Ma Carpi, si sa, ama complicarsi la vita con i cantieri. La proroga della chiusura di Via Remesina fino al primo dicembre ci ricorda che il prezzo del progresso si paga sempre in code, deviazioni e bestemmie automobilistiche. I cartelli di lavori in corso sono da mesi il tallone d'Achille di una città che è invecchiata e ha bisogno di rinnovarsi: questa volta metà Carpi riscoprirà il piacere delle scorciatoie di campagna.
Non meno significativo è l'avvio del progetto per la nuova sede della Polizia Locale, un investimento da 5,2 milioni di euro che dice molto delle ambizioni cittadine. Una comunità decide di spendere così tanto per dare una casa degna ai propri vigili urbani, avrà capito che la sicurezza e il decoro non sono optional ma investimenti sul futuro. Che poi l'incarico sia andato a professionisti di Perugia e Cagliari, con il loro ribasso del 39%, fa sorridere: evidentemente a Carpi il mercato della progettazione è ancora abbastanza aperto da permettere sorprese.
Quello che emerge dal mosaico di ieri è il ritratto di una Carpi in trasformazione, che sta imparando a gestire contemporaneamente la comunicazione della propria identità, la sanità del futuro, i disagi del presente e la sicurezza di domani. Una città che ha scoperto di non essere più solo "tutta campagna" ma nemmeno ancora del tutto urbana, sospesa in quell'equilibrio delicato tra tradizione e innovazione che caratterizza le migliori realtà di provincia.
La vera sfida sarà vedere se l'agenzia "Era tutta campagna" riuscirà a raccontare questa complessità, trasformando cantieri, ospedali e nuove sedi in una narrazione coerente. Perché Carpi, in fondo, non ha bisogno di fingersi quello che non è: ha bisogno di spiegare al mondo che cosa significa essere diventati città rimanendo comunità. E questa, forse, è la storia più bella che si possa raccontare.