Ieri a Carpi si è consumato un piccolo dramma in tre atti che racconta molto della nostra epoca: la fine della pasticceria San Francesco, le beghe sui parcheggi natalizi e i tentativi di rendere le strade meno letali. Una giornata che sa di malinconia zuccherata e di politica spicciola, condita con quella dose di surreale che solo la cronaca locale sa regalare.
Iniziamo dalla notizia che più di tutte ha toccato il cuore dei carpigiani: la chiusura della storica pasticceria San Francesco. Sessantasette anni di dolcezza artigianale che si spegne il 28 dicembre, non per mancanza di clienti o crisi economica, ma per quella banale verità che spesso dimentichiamo: anche i maestri pasticceri invecchiano. Paola Masini, quarantasette anni dedicati ai dolci altrui, ha semplicemente detto basta. E qui emerge il paradosso moderno: ci sono stati interessati ad acquistare, ma tutti volevano che lei rimanesse. Come dire: "Compriamo la tua attività purché continui tu a farla". È la sindrome dell'acquirente pigro, quello che vorrebbe il successo senza la fatica, il risultato senza il processo.
Mentre in via San Francesco si preparava l'ultimo valzer dei cannoli, in Consiglio comunale si consumava una battaglia degna di Napoleone a Waterloo: un'ora di parcheggio gratuito durante le feste natalizie. Fratelli d'Italia ha proposto questa rivoluzionaria misura per sostenere il commercio locale, scatenando un dibattito che ha visto volare parole grosse come "non aver capito le problematiche reali". Diciannove-ventimila euro di mancati introiti per sei settimane: una cifra che per alcuni è "simbolica", per altri "sostanziosa". La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: probabilmente è una goccia nell'oceano delle difficoltà del commercio, ma anche sessanta centesimi possono fare la differenza per chi conta le monetine.
Più concreta e urgente la questione della sicurezza in via Nuova Ponente, dove finalmente si installeranno archetti e bande rumorose per evitare che l'attraversamento pedonale continui a essere una roulette russa. Due anni di ritardo per scoprire che l'area non era comunale: un piccolo capolavoro di efficienza burocratica che ricorda quanto sia complesso fare anche le cose più semplici. L'incidente di ottobre, con una donna di 31 anni gravemente ferita, ha almeno accelerato i tempi. A volte serve una tragedia per muovere gli archetti.
Nel mezzo di questi drammi cittadini, una nota di speranza arriva dal difensore Davide Zagnoni che porta il calcio nelle scuole. Un'iniziativa che dimostra come sport e cultura possano camminare insieme, mentre gli adulti litigano sui parcheggi a pagamento. I ragazzi della "Calvino" hanno bombardato di domande il giocatore biancorosso, probabilmente più interessati ai suoi consigli di vita che alle tattiche di gioco. È l'investimento più intelligente che una società sportiva possa fare: seminare valori invece di raccogliere solo risultati.
La Carpi di ieri ci consegna un ritratto in chiaroscuro: una città che perde i suoi custodi del gusto ma che investe sui giovani, che si divide sui centesimi ma che finalmente si muove per la sicurezza stradale. È il ritratto di una comunità che cresce, con tutte le contraddizioni del caso. Tra un cannolo che non ci sarà più e un archetto che finalmente ci sarà, Carpi continua il suo cammino, dolcemente imperfetta come tutti noi.