Quando Carpi respira a fatica e sogna in parmigiano


Quando Carpi respira a fatica e sogna in parmigiano

Ieri, 10 dicembre, Carpi si è svegliata con il fiato corto e si è addormentata con il sapore del successo. Una giornata che ha saputo coniugare l'emergenza ambientale con l'eccellenza territoriale, la cronaca nera con le promesse sanitarie, dipingendo il ritratto di una città che combatte quotidianamente tra contraddizioni e ambizioni.

Iniziamo dalla cronaca che fa più rumore: l'operazione antidroga che ha portato alla scoperta di un arsenale nella casa di un cinquantaduenne marocchino. Hashish, bilancino di precisione e un caricatore con sette proiettili: il tipico "kit del perfetto criminale multitasking". Viene da sorridere amaramente pensando che, mentre la città si prepara a limitare la circolazione per l'inquinamento atmosferico, c'è chi inquina il tessuto sociale con un commercio che unisce stupefacenti e munizioni. La Squadra Volante ha fatto il suo lavoro, ma resta l'amara consapevolezza che questi episodi raccontano di una marginalità che resiste, nonostante gli sforzi di controllo del territorio.

E proprio di territorio parliamo quando ci spostiamo sul fronte sanitario, dove l'AUSL di Modena risponde alle critiche sindacali con l'eleganza di chi sa di essere sulla difensiva. Quattro milioni di euro per riqualificare le strutture sanitarie suonano bene, ma quando scopri che su 106 infermieri chiamati per concorso solo 18 hanno accettato l'incarico, capisci che il problema non è solo economico. È geografico, esistenziale, generazionale. Come convincere un giovane professionista a scegliere Mirandola quando Milano offre stipendi migliori e vita notturna? L'AUSL propone sostegno abitativo e promette tavoli interdistrettuali, ma la realtà è che la sanità territoriale soffre di una crisi di attrattività che nessun piano di investimenti può risolvere da solo.

Fortunatamente, c'è chi sa ancora come si conquista il mondo partendo dalla nostra terra. Il caseificio 4 Madonne di Lesignana ha fatto incetta di medaglie ai World Cheese Awards di Berna, portando a casa una supergold per il Parmigiano Reggiano oltre 40 mesi. Sette medaglie in totale, in una competizione che vedeva gareggiare oltre 5.200 formaggi da tutto il mondo. Ecco la vera globalizzazione: quando la tradizione locale sa parlare al palato universale. Mentre i nostri ospedali faticano a trovare infermieri e le nostre strade si riempiono di smog, il nostro formaggio conquista i giudici internazionali. È l'Italia che funziona, quella che trasforma il latte in oro bianco e l'esperienza in eccellenza riconosciuta.

Ma torniamo ai problemi quotidiani, quelli che ci toccano da vicino. Il bollino rosso di ARPAE ci costringe a fermare i diesel Euro 5 per due giorni, giovedì e venerdì. Termostati a 19 gradi, stufe a pellet spente, falò vietati. La pianura padana si trasforma in una camera a gas naturale ogni inverno, e noi rispondiamo con il tradizionale balletto delle restrizioni emergenziali. È il paradosso di un territorio che produce eccellenze mondiali ma non riesce a respirare la propria aria, che investe milioni in sanità ma deve chiudere le strade al traffico per non morire di inquinamento.

In questa giornata di contrasti, emerge il ritratto di una Carpi che sa essere grande quando guarda lontano – come il successo del nostro Parmigiano Reggiano in Svizzera – ma che fatica nelle sfide quotidiane. Una città che combatte la criminalità con operazioni puntuali ma deve fare i conti con carenze strutturali nella sanità e nell'ambiente. Forse è proprio questa la nostra dimensione: un equilibrio instabile tra eccellenze locali e problemi globali, tra tradizioni che conquistano il mondo e modernità che ci mette in affanno.

Carpi respira male ma produce bene, si cura con difficoltà ma sa ancora stupire. È una città che vive nelle contraddizioni del nostro tempo, cercando di trasformare ogni crisi in un'opportunità di riscatto. Ieri come sempre.



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