Ieri Carpi ha mostrato il suo volto migliore: quello di una comunità che sa prendersi cura, dalle grandi questioni amministrative ai piccoli gesti quotidiani. Un mosaico di notizie che, come in un romanzo ben costruito, rivela i fili sotterranei che tengono insieme il tessuto sociale della nostra città.
Iniziamo dalla politica, che per una volta non ci parla di grandi proclami ma di concretezza amministrativa. Campogalliano si prepara a decidere il suo futuro economico con un consiglio comunale che sa di pragmatismo: dall'abolizione dell'imposta di soggiorno alla gestione dell'ex area Bugatti. Quella stessa concretezza che ritroviamo nel movimento di "Carpi a Colori" che si affaccia alla politica nazionale, portando sul tavolo romano questioni come l'impermeabilizzazione dei suoli e il potenziamento delle biblioteche digitali. Temi che potrebbero sembrare prosaici, ma che rivelano una città capace di pensare globalmente partendo dalle esigenze locali.
C'è qualcosa di profondamente ironico nel fatto che mentre altrove si discute di massimi sistemi, qui si ragiona di bibliotecche digitali e suoli impermeabilizzati. Ma forse è proprio questa la forza di Carpi: saper trasformare l'ordinario in straordinario, il locale in universale. Come insegnava Aristotele, la virtù sta nel mezzo - e la nostra città sembra averlo capito perfettamente.
La vera notizia della giornata, però, arriva dall'investimento regionale sui caregiver. I 462.000 euro destinati all'AUSL di Modena non sono solo una cifra nel bilancio: rappresentano il riconoscimento istituzionale di quella rete invisibile di cura che tiene insieme le nostre comunità. Caregiver Card, servizi di sollievo programmato, percorsi formativi - dietro questi acronimi burocratici si nasconde una rivoluzione silenziosa nel modo di intendere il welfare.
È qui che il discorso si fa interessante: mentre il governo nazionale taglia i fondi sociali, l'Emilia-Romagna investe risorse proprie per sostenere chi si prende cura degli altri. Una lezione di civiltà amministrativa che dovrebbe far riflettere chi ancora pensa che la politica sia solo propaganda elettorale.
E poi c'è Gianfranco, il volto del Natale 2025 del Banco Artigiano. La sua storia al Banco Artigiano ci ricorda che la vera ricchezza di una comunità si misura dalla capacità di includere tutti, di trasformare ogni limite in risorsa. "Mi piace venire qui", dice con semplicità disarmante. In quelle quattro parole c'è più filosofia sociale di quanta ne contengano molti trattati di sociologia.
Il Banco Artigiano non è solo un negozio sotto i portici del Duomo: è un laboratorio di futuro, dove la cooperativa Nazareno sperimenta quotidianamente quella che potremmo chiamare l'economia della dignità. Ogni ceramica, ogni decorazione natalizia racconta una storia di riscatto, di bellezza che nasce dall'inclusione.
C'è un filo rosso che lega tutte queste notizie: l'idea che una città si costruisce attraverso la cura reciproca. Dai caregiver che assistono i loro cari ai giovani del Banco Artigiano che trasformano la creatività in lavoro, dalla politica che pensa alle biblioteche digitali agli amministratori che si occupano di aree dismesse. Tutto parla di una comunità che ha fatto della solidarietà operosa il suo tratto distintivo.
Carpi, insomma, continua a essere se stessa: una città che sa guardare lontano senza dimenticare il quotidiano, che sa innovare senza perdere l'anima. Una città dove il Natale ha il volto di Gianfranco e la politica parla di impermeabilizzazione dei suoli. Piccole rivoluzioni quotidiane che, messe insieme, costruiscono il futuro.