Carpi, dove la prudenza è un peccato mortale


Carpi, dove la prudenza è un peccato mortale

Ieri, 14 dicembre 2025, Carpi ci ha regalato un perfetto campionario di quella che potremmo chiamare "l'antropologia dell'assurdo quotidiano". Tra pugni distribuiti per eccesso di educazione stradale e sconfitte calcistiche che bruciano l'anima, la nostra città ha dimostrato ancora una volta che la realtà supera sempre la più fervida immaginazione letteraria.

Iniziamo dalla cronaca nera di via Mentana, dove un sessantacinquenne ha commesso l'imperdonabile peccato di chiedere a un automobilista di moderare l'andatura. Il risultato? Un pugno in faccia, come se l'educazione stradale fosse diventata un crimine contro l'umanità. Il trentenne alla guida della Nissan nera ha evidentemente interpretato il codice della strada come una mera suggestione poetica, reagendo alla richiesta di prudenza con la violenza di chi considera la velocità un diritto costituzionale inalienabile.

Ma la cronaca cittadina non si ferma qui: un diciassettenne è stato fermato presso la stazione ferroviaria con un coltello da dieci centimetri, come se Carpi fosse diventata improvvisamente il Far West dell'Emilia. E non dimentichiamo la truffa dell'affitto siciliano, che dimostra come anche i sogni di vacanza possano trasformarsi in incubi burocratici.

Parallelamente a questa sinfonia dell'assurdo, la città cercava di mantenere la propria dignità culturale. La domenica 14 dicembre offriva un ventaglio di eventi che andavano dal Babbo Natale in Cinquecento d'epoca al concerto che celebrava ottant'anni di storia musicale al Teatro Comunale. Un contrasto stridente tra la violenza gratuita delle strade e la ricerca di bellezza nei teatri e nelle piazze.

Sul fronte politico, AVS Modena teneva la sua prima assemblea provinciale a Vignola, con i rappresentanti carpigiani Tamara Calzolari e Andrea Artioli impegnati a discutere di "serietà politica" mentre nelle strade della loro città qualcuno distribuiva pugni per eccesso di cortesia stradale. L'ironia della simultaneità è tale da far impallidire qualsiasi narratore satirico.

E poi c'è lo sport, altro termometro dell'anima cittadina. Il Carpi perdeva 4-2 a Forlì, in una serata dove nemmeno due gol sono bastati a evitare la débâcle. Come se la città avesse deciso di collezionare sconfitte su tutti i fronti: morali, civili e sportive.

Quello che colpisce di questa giornata carpigiana è il paradosso dell'educazione punita. In un'epoca in cui tutti invocano maggiore civiltà e rispetto reciproco, chi osa chiedere prudenza al volante riceve un pugno in faccia. È come se fossimo entrati in un universo parallelo dove le buone maniere sono diventate un atto sovversivo.

Eppure, tra le pieghe di questa cronaca amara, emerge anche la reazione solidale della comunità: i giovani che intervengono in soccorso dell'aggredito, le forze dell'ordine che non si perdono d'animo, una città che continua a proporre cultura e bellezza nonostante tutto. È in questi gesti che Carpi dimostra la sua vera natura: non quella del trentenne violento o del diciassettenne armato, ma quella di una comunità che sa ancora riconoscere il bene dal male.

La lezione di ieri è che Carpi rimane una città dove la civiltà resiste, anche quando sembra assediata dall'assurdo quotidiano. E forse, proprio in questa resistenza, sta la sua più autentica grandezza.



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