Carpi tra cooperative e corsari: cronache di resistenza


Carpi tra cooperative e corsari: cronache di resistenza

Ieri a Carpi si è celebrata la resistenza delle cooperative che durano nel tempo, mentre ladri esperti dimostravano la propria capacità di resistenza... ai sistemi di sicurezza. Due facce della stessa medaglia: chi costruisce e chi distrugge, chi resiste alle crisi e chi resiste alle forze dell'ordine.

La serata al Bistrò 53 ha messo in luce un patrimonio silenzioso fatto di cooperative che attraversano i decenni come navi che solcano tempeste economiche. Ottant'anni di vita per la Cooperativa Fontanaluccia: un record che fa impallidire molte multinazionali. Mentre il capitalismo selvaggio promette crescite infinite e fallisce dopo pochi anni, queste realtà dimostrano che si può fare impresa pensando al lungo termine. Un concetto quasi archeologico nell'epoca dei risultati trimestrali e delle exit strategy.

Parallelamente, i malviventi dell'Isola dei Tesori hanno dato prova di quella stessa capacità organizzativa che manca a molte aziende tradizionali. Il colpo studiato nei minimi dettagli, con tanto di piano B per rallentare i soccorsi utilizzando bidoni della spazzatura come ostacoli tattici, rivela una progettualità che farebbe onore a un consulente aziendale. Peccato che la direzione sia sbagliata: mentre le cooperative costruiscono comunità, questi "imprenditori della notte" la impoveriscono.

Nel mezzo di queste due narrazioni, la sanità carpigiana trova la sua via pragmatica. L'accordo tra Ramazzini e Clinica Tarabini rappresenta un esempio perfetto di come il pragmatismo emiliano sappia trasformare i problemi in soluzioni. Quando il pubblico e il privato collaborano invece di farsi la guerra ideologica, nascono risultati concreti. Gli specialisti fanno la spola tra le due strutture come moderni pendolari della salute, liberando spazi per il servizio pubblico e offrendo alternative a chi può permetterselo.

È una soluzione che racconta molto del carattere carpigiano: niente ideologie sterili, solo risultati pratici. Certo, si potrebbe obiettare che sarebbe meglio avere un sistema sanitario pubblico così efficiente da non aver bisogno di questi accordi. Ma nell'attesa dell'utopia, meglio curare i pazienti con soluzioni creative che lasciarli in lista d'attesa con principi inviolabili.

La giornata si chiude con il ricordo dell'ingegner Gianfranco Saetti, figura emblematica di quella generazione di tecnici-umanisti che hanno costruito l'ossatura dei servizi pubblici. Dalla drogheria di famiglia ai vertici regionali della gestione rifiuti, Saetti incarnava quel mix di competenza tecnica e sensibilità umana che oggi sembra sempre più raro. La sua carriera dimostra che si può fare strada senza dimenticare le radici, che si può gestire la complessità senza perdere il sorriso.

Quattro storie che, apparentemente slegate, raccontano la stessa verità: Carpi è una città che sa adattarsi mantenendo la propria identità. Le cooperative che resistono agli tsunami economici, i medici che trovano soluzioni creative ai problemi sanitari, i tecnici che dedicano una vita al servizio pubblico. E anche i ladri che studiano piani sofisticati, in fondo, testimoniano che qui l'improvvisazione non è di casa.

Una città che celebra chi costruisce nel tempo, che trova soluzioni pratiche ai problemi reali, che ricorda con affetto i suoi servitori silenziosi. E che, contemporaneamente, deve fare i conti con chi sceglie scorciatoie illegali. Il bello e il brutto della provincia che funziona: dove anche i criminali sono organizzati meglio che altrove.



🏛️

Assistente Ombra

Online