Evaso dall'Emilia l'autore della strage di Cadrezzate


Evaso dall'Emilia l'autore della strage di Cadrezzate

È ricercato in tutta Italia Elia Del Grande, 49 anni, l'uomo che nel 1998 sterminò la famiglia nel Varesotto nella cosiddetta "strage dei fornai". L'evasione è avvenuta giovedì sera dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, dove era ristretto per una misura di sicurezza. Del Grande è fuggito scavalcando il muro di cinta della struttura modenese, calandosi con una corda improvvisata dall'altro lato e dileguandosi nel buio. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la fuga: si vede l'uomo legare la corda - probabilmente ricavata da fili elettrici trovati negli spazi di lavoro agricolo - e calarsi dall'altro lato del muro per poi sparire nel parco confinante. Le ricerche si concentrano principalmente in Lombardia, nel Varesotto dove ha radici familiari, e in Sardegna, dove aveva vissuto dopo il rilascio dal carcere. Gli investigatori stanno verificando anche i contatti con la compagna, che in passato lo aveva già aiutato in un tentativo di fuga dal carcere di Pavia nel 2015. La storia che sconvolse l'Italia Era la notte del 7 gennaio 1998 quando Elia Del Grande, allora 22enne, sterminò la famiglia nella villetta rosa di Cadrezzate, in provincia di Varese. Con un fucile da caccia uccise il padre Enea di 58 anni, la madre Alida di 53 e il fratello maggiore Enrico di 27 anni: due colpi per ciascuno, sei in totale. Il movente fu la relazione con una ragazza di Santo Domingo che la famiglia non approvava. "Non accettavano quella ragazza solo perché era di colore e povera", disse Del Grande agli inquirenti, aggiungendo: "Hanno fatto la fine che meritano. Non ho alcun rimorso". Fu il fratello Enrico, agonizzante, a chiamare i carabinieri alle 3.40 del mattino. Morì poco dopo in ospedale. Gli investigatori trovarono "un lago di sangue" nel salotto della villetta che ospitava anche il panificio di famiglia. Venticinque anni di carcere e i problemi dopo il rilascio Condannato inizialmente all'ergastolo, la pena fu ridotta a 30 anni in appello. Del Grande ne scontò 25 in carcere, uscendo in libertà vigilata. Ma a Olbia, dove si era trasferito, non riuscì a reinserirsi: furti, molestie ai vicini e comportamenti che allarmarono i giudici di sorveglianza. A settembre è stato prelevato dalla sua abitazione a Cadrezzate, dove era tornato temporaneamente, per essere trasferito nella casa-lavoro di Castelfranco Emilia. Doveva rimanervi sei mesi per una nuova valutazione, ma è fuggito prima della scadenza. I problemi di sicurezza della struttura La fuga ha riacceso i riflettori sui problemi della casa-lavoro di Castelfranco Emilia. Secondo il sindacato di polizia penitenziaria Sappe, la struttura presenta "scarsa sicurezza" e una "promiscuità ingiustificabile" tra i 40 detenuti comuni e i 45 internati sottoposti a misure di sicurezza. Il personale è sottodimensionato: invece delle oltre 100 unità necessarie, gli agenti sono solo 62. La struttura non ha guardie armate sul muro di cinta, particolare che evidentemente Del Grande aveva notato durante il mese di permanenza, durante il quale non aveva parlato con nessuno, mantenendosi isolato. Se catturato, Del Grande dovrà scontare nuovamente i sei mesi di misura di sicurezza, con il conteggio che ripartirà da zero.

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