I fiori promessi che non sbocciano mai


I fiori promessi che non sbocciano mai

Una mattina di settembre in viale Carducci, e una signora con guanti e sacchetto si china a raccogliere foglie e cartacce davanti al proprio portone. Un passante si ferma, la osserva e con quella punta di amarezza che solo noi carpigiani sappiamo dosare così bene le chiede: "Signora, le ha pagate le tasse?" La domanda non è peregrina. Anzi, tocca il nervo scoperto di una storia che sa di incompiuto, di promesse a metà. Perché quelle aiuole che corrono lungo la pista ciclabile rinnovata raccontano una favola moderna: 550 mila euro spesi per un progetto di riqualificazione che doveva restituire colore e bellezza al nostro viale, e invece ci ha lasciato con distese di ghiaia puntellate da qualche sparuta pianticella verde. Le "molteplici essenze che fioriscono in periodi diversi dell'anno" - così recitavano le simulazioni del progetto - sono rimaste intrappolate nei rendering digitali. La realtà è più prosaica: sassolini grigi dove dovevano danzare petali colorati, un tappeto minerale che forse avrà bisogno di meno cure ma che di certo non scalda il cuore di chi passa. I residenti di viale Carducci avevano sperato in qualcosa di diverso. Come dare loro torto? In tante città i centri storici si adornano di aiuole fiorite, piccole oasi di bellezza che fanno bene agli occhi e all'anima. Qui invece ci ritroviamo con quello che una residente, con pragmatismo tutto carpigiano, definisce "un invito a nozze per i padroni dei cani". Il suolo è stato "desigillato", l'asfalto rimosso, la pista ciclabile rifatta a nuovo. Tutto tecnicamente perfetto, tutto funzionale. Ma il colore, quello che doveva trasformare viale Carducci da grigio corridoio urbano a passeggiata fiorita, quello è rimasto nei sogni e nelle promesse. E forse anche in qualche cassetto del Comune, insieme ai progetti di quelle essenze che dovevano sbocciare in ogni stagione dell'anno.

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