La politica locale si scalda e a Carpi il dibattito sul
Bilancio di previsione 2026-2028 diventa una partita a scacchi dove ogni mossa viene scrutinata con la lente d'ingrandimento.
Fratelli d'Italia non usa mezzi termini nell'analizzare i conti comunali e dipinge un quadro che fa venire i brividi ai contribuenti: più tasse, investimenti discutibili e una visione che sembra guardare più alle ideologie che ai bisogni concreti dei carpigiani.
Le opere che fanno discutere
Partiamo dai fatti concreti. Il
desealing di via Roosevelt - ovvero quell'intervento per togliere l'asfalto e riportare il verde - costa ai carpigiani la bellezza di
158 mila euro. Una cifra che fa riflettere, soprattutto considerando che inizialmente si parlava di soli 45 mila euro a carico del Comune. I conti non tornano e la differenza la pagano sempre gli stessi: i cittadini. Ma non è finita qui. Il
"Biscione", quel progetto ambizioso che doveva rilanciare una parte della città, giace fermo mentre il Comune continua a sborsare spese condominiali. E che dire della
nuova sede del Comando di Polizia Locale? Da 2,8 milioni si è arrivati a 5,2 milioni di euro. Quasi il doppio. Gli errori progettuali, quando li paga il privato, fanno fallire le aziende. Quando li paga il pubblico, gravano sui contribuenti con
un nuovo mutuo da quasi 3 milioni.
La stangata fiscale mascherata
Sul fronte tasse, i numeri parlano chiaro e sono impietosi secondo il gruppo FdI. L'
aliquota IRPEF comunale è stata portata allo 0,8%, il massimo consentito dalla legge. Non un aumento qualsiasi, ma proprio il tetto massimo. Dal 2023 al 2028 questo comporterà
un aumento di gettito di oltre 4,4 milioni di euro. Le entrate tributarie complessive cresceranno del
65%, passando da 7 milioni nel 2023 a 11,5 milioni nel 2028. La maggioranza continua ad attribuire questi aumenti ai "tagli del Governo", ma la realtà è diversa. Come osserva pragmaticamente l'opposizione,
la scelta di aumentare la pressione fiscale è esclusivamente politica. I dividendi
Aimag tornano nelle casse comunali, ma non si vede traccia di alleggerimenti fiscali per le famiglie.
I dimenticati del bilancio
Giovani: le briciole del futuro
Qui i numeri fanno male. Mentre allo sport vanno oltre
1,4 milioni di euro, ai giovani sono destinati appena
238 mila euro, addirittura in calo rispetto all'anno precedente. In un territorio come quello modenese che nel 2024 ha registrato un calo dell'occupazione dell'1,2% - peggiore del dato regionale e nazionale - investire così poco sui giovani appare una scelta davvero miope.
Sicurezza: annunci senza sostanza
Sul tema sicurezza, l'amministrazione ha dichiarato misure che l'opposizione proponeva da tempo. "Meglio tardi che mai", commentano con ironia da
Fratelli d'Italia, "ma vedremo se agli annunci seguiranno i fatti". La sensazione è che si navighi a vista, inseguendo le emergenze invece di prevenirle.
Turismo e commercio: occasioni sprecate
Nonostante segnali positivi sul piano turistico, il bilancio certifica una
riduzione degli investimenti: nel 2026 si spenderanno oltre 41 mila euro in meno rispetto al 2025.
Carpi rischia di restare un "diamante grezzo", una definizione che fotografa perfettamente le potenzialità inespresse della nostra città. Sul fronte commercio, la situazione è paradossale. Il bilancio prevede un
aumento del 800% delle entrate dai parcometri nel 2026, smentendo nei fatti la bocciatura della proposta dell'ora di sosta gratuita nel periodo natalizio. Il timore è che queste risorse vengano utilizzate per ampliare la
ZTL, penalizzando ulteriormente cittadini e commercianti.
La riflessione amara
Come sempre accade in politica, la verità sta probabilmente nel mezzo. Ma i numeri, quelli non mentono mai. E i numeri dicono che i carpigiani pagheranno di più, ricevendo in cambio investimenti discutibili e priorità che sembrano distanti dalle esigenze quotidiane.
La provocazione finale dell'opposizione colpisce nel segno: "Se la Giunta amministrasse Carpi con la stessa foga con cui critica il Governo nazionale, la città vivrebbe davvero una stagione di crescita". Una stoccata che fa riflettere, perché evidenzia un problema ricorrente della politica locale: troppa energia spesa a guardare Roma, troppo poca a guardare in casa propria. Il conto, come sempre, lo pagano i carpigiani. E stavolta il prezzo sembra davvero salato.