Nelle campagne di Carpi, dove i casolari abbandonati raccontano storie di tempi che furono, una di queste strutture dimenticate ha ospitato l'inizio di un incubo. Una ragazzina di quattordici anni, ospite di una comunità educativa fuori provincia, si è trovata intrappolata in una serata che doveva essere forse di svago tra amici e che invece si è trasformata in un orrore che ora arriva davanti ai giudici del Tribunale di Modena. La cronaca giudiziaria ci consegna una storia che fa riflettere sulla vulnerabilità dei più giovani e sulla forza necessaria per denunciare. Parliamo di fatti avvenuti circa un anno fa, quando quella che oggi è una quindicenne aveva trovato il coraggio - dopo chissà quanto tempo e quanta sofferenza - di raccontare quello che le era accaduto tra le mura di quel casolare nelle nostre campagne. La dinamica, secondo quanto emerso dalle indagini ancora in corso, racconta di una serata iniziata apparentemente in compagnia. La ragazzina era arrivata a Carpi insieme a un'amica, e nel casolare abbandonato c'erano anche il fidanzato dell'amica e un altro uomo, all'epoca trentunenne, oggi trentatreenne. L'accusato - assistito dall'avvocato Giovanna Frisella - è nato nel 1992 e ora si trova al centro di un'indagine per violenza sessuale su minore. Il momento cruciale, stando alla ricostruzione della presunta vittima, è arrivato quando l'amica e il suo ragazzo hanno deciso di spostarsi al piano superiore del casolare. Lei è rimasta con quell'uomo che aveva più del doppio dei suoi anni. Poi lo spostamento in un'altra stanza, quella con il letto, e quello che la ragazzina descrive come un approccio sessuale rifiutato ma imposto con la forza, accompagnato da minacce di morte. Il percorso giudiziario sta ora entrando in una fase delicata. Il tribunale ha nominato un perito che dovrà valutare la capacità della ragazza di testimoniare - una procedura standard ma necessaria quando si tratta di minori vittime di reati così gravi. L'incidente probatorio è fissato per il 16 febbraio prossimo, data in cui la giovane sarà chiamata a raccontare nuovamente la sua versione dei fatti, questa volta davanti ai magistrati. La nostra città, che ha sempre mostrato grande attenzione verso i più fragili, si trova ancora una volta a fare i conti con una realtà che vorremmo non esistesse. Eppure, in questa storia dolorosa, c'è anche il segno di una speranza: il coraggio di una ragazzina che, nonostante lo shock e la paura, ha trovato la forza di denunciare. Un gesto che richiede una determinazione immensa, soprattutto a quell'età, e che merita tutto il rispetto e la protezione che le nostre istituzioni sanno garantire. Ora spetterà alla giustizia fare il suo corso, con quella delicatezza particolare che i casi che coinvolgono i minori richiedono, ma anche con quella fermezza che la gravità delle accuse impone.
Il buio del casolare e il coraggio di una voce