Zero punti in cascina, questo è vero, ma il Carpi torna da questo doppio confronto con le locomotive del girone B con una certezza che vale più di qualche punticino rubacchiato: questa squadra sa giocare a calcio e non ha paura di nessuno. Prima il 2-1 col Ravenna, poi il rocambolesco 3-1 ad Arezzo chiuso solo al 95' dal fulmine portoghese Varela. Due sconfitte che sulla carta pesano come macigni, ma che raccontano una storia diversa da quella che potrebbero suggerire i numeri. I biancorossi hanno tenuto testa a quelle che oggi sono le due corazzate del campionato, dimostrando di avere il dna giusto per non soccombere davanti a nessuno. Con il Ravenna era stata una partita cresciuta col passare dei minuti, con un secondo tempo da applausi che aveva fatto sognare i tifosi carpigiani. Ad Arezzo, invece, spettacolo puro per novanta minuti pieni, con un Carpi che ha saputo rispondere colpo su colpo ai padroni di casa fino a quando il cronometro non ha detto basta. Certo, la classifica di salvezza non sorride e questi non erano propriamente gli scontri dove strappare punti salvifici. Ma se il calcio fosse solo matematica, che sport sarebbe? Il Carpi di oggi ha mostrato carattere, personalità e soprattutto quella fame che servirà quando arriveranno i momenti decisivi della stagione. L'impressione è che questa squadra abbia dentro qualcosa di speciale, quella consapevolezza di poter dire la propria contro chiunque. E in un campionato lungo come quello di Serie C, questa mentalità può valere quanto un gol al novantesimo.