La Storia continua a ripetersi al Sandro Cabassi. Il
Carpi si ritrova ancora una volta a leccarsi le ferite di un pareggio che sa di beffa, dopo aver dominato per lunghi tratti contro la
Vis Pesaro. È la legge del calcio, quella che vuole che quando tutto sembra andare per il verso giusto, arriva sempre qualcuno a rovinare la festa. E stavolta quel qualcuno si chiama
Giovannini, l'ex di turno che all'82' ha servito su un piatto d'argento l'assist dell'1-1 a
Stabile.
Il ritorno del re
Gerbi era tornato. Dopo oltre due mesi di purgatorio tra infermeria e panchina, l'attaccante biancorosso si è ripreso la scena al 33' del primo tempo con un gol da vero rapace d'area. Un tap-in che vale oro, nato dalla punizione di
Cortesi e dalla ribattuta di
Pozzi. Era il gol che i tifosi carpigiani aspettavano, quello che doveva rilanciare le ambizioni di una squadra che da settimane naviga a vista. Ma il calcio, si sa, è una questione di dettagli. E i dettagli, domenica pomeriggio, hanno giocato a sfavore dei ragazzi di
Cassani.
La rivoluzione di Cassani
Il tecnico biancorosso, privato di
Pitti e
Panelli per squalifica, aveva rimescolato le carte con il coraggio di chi sa che in Serie C ogni punto vale oro. Cinque cambi rispetto alla vittoria di Pontedera: dentro
Lombardi,
Tcheuna,
Cecotti,
Figoli e, appunto,
Gerbi. Una scommessa che per 80 minuti sembrava aver pagato. Il primo tempo del Carpi è stato un piccolo capolavoro di intensità e qualità. Dopo appena 100 secondi
Cecotti ha sprecato una chance clamorosa da sei metri, poi
Gerbi ha impegnato
Pozzi e la squadra ha macinato gioco con la fame di chi sa che ogni occasione può essere quella buona.
L'amara medicina dell'ex
Ma il calcio è anche questo: un ex che ti pugnala alle spalle quando meno te lo aspetti.
Giovannini, uscito dalla panchina per cambiare il destino della partita, ha inventato la giocata che ha spezzato il cuore ai tifosi carpigiani. Un assist al bacio per
Stabile, chirurgico nel trovare l'angolino alla destra di
Sorzi. Una botta che fa ancora più male pensando che il Carpi aveva controllato senza patemi la ripresa, gestendo il vantaggio con la saggezza di chi sa che in Serie C un gol può valere una stagione.
Il rammarico che pesa
Nel finale, un brivido per il possibile rigore su
Vezzoni, con l'arbitro che dopo aver consultato il VAR ha lasciato correre. Ma ormai era troppo tardi per cambiare il destino di una partita che aveva il sapore della vittoria e si è trasformata nell'ennesimo "e se". Il punto mantiene il Carpi nel gruppo delle nobili, ancora aggrappato al quarto posto in classifica. Ma il sapore è quello dei due punti sfumati, quelli che a fine stagione potrebbero fare la differenza tra un sogno e un rimpianto. Perché il calcio, come la vita, non perdona. E quando hai l'occasione di fare il colpaccio, devi essere bravo a chiudere la partita. Il Carpi lo sa bene, fin troppo bene.