Il furto della speranza la notte di Natale


Il furto della speranza la notte di Natale
Una scena desolante ha accolto i fedeli della parrocchia di San Giuseppe Artigiano il mattino di Natale: Gesù Bambino, cuore del presepe monumentale, era sparito. Un gesto che va oltre il semplice vandalismo e tocca le corde più profonde della sensibilità religiosa e umana di una comunità.

Il presepe violato

Il presepe di via Remesina, con la sua capanna di oltre cinque metri e mezzo, è da anni il simbolo delle festività natalizie per i parrocchiani. Realizzato con dedizione dai volontari della parrocchia insieme al gruppo della logistica della Sagra, rappresenta un punto di riferimento per l'intera zona. Un volontario racconta l'amara scoperta: "Ero andato alla tradizionale messa di mezzanotte la sera della Vigilia, il 24 dicembre. In quell'occasione avevo deposto Gesù Bambino nella culla. Il mattino successivo qualcuno mi ha telefonato per chiedermi che fine avesse fatto". La statuina di resina, alta circa 40 centimetri, era stata scelta proprio per la sua coerenza con il resto della rappresentazione. Ma non è finita qui. Il 24 dicembre mattina era già sparita una pecora dalle braccia di un pastore, con il manichino ritrovato "spogliato delle maniche, con le braccia staccate e buttate a pochi metri di distanza".

Una ferita che si ripete

Quello che più amareggia è la ricorrenza di questi episodi. Nel 2023 era stato rubato il "Gesù Bambino" appartenente a don Lino Galavotti, l'indimenticato parroco della parrocchia scomparso nell'agosto 2013. Quella statuina di legno, alta 80 centimetri, aveva un valore affettivo inestimabile per la comunità. Don Lino Galavotti aveva guidato per anni questa che è considerata la parrocchia più popolosa della Diocesi di Carpi, caratterizzata da una vivace presenza di aggregazioni giovanili, gruppi sposi, centro Caritas e il gruppo "L'isola che non c'è" per ragazzi con disabilità. Dal 2013 la parrocchia è guidata da don Luca Baraldi.

Oltre la ragazzata

"Non è una semplice ragazzata", sottolineano con amarezza i volontari. E hanno ragione. Quando si colpisce un simbolo religioso, specie in un momento così significativo come il Natale, si va a toccare qualcosa che supera il semplice valore materiale dell'oggetto. Il gesto assume contorni ancora più gravi se pensiamo al lavoro che c'è dietro: ore di preparazione, passione genuina, il desiderio di condividere con la comunità la bellezza della tradizione natalizia. Tutto questo viene spazzato via in pochi minuti da chi evidentemente non ha compreso il significato profondo del rispetto per i luoghi di culto e per i sentimenti altrui.

La speranza non si ruba

Quello che è stato sottratto non è solo una statuina di resina. È un pezzo di quella speranza che il Natale dovrebbe portare, è il simbolo di una nascita che da oltre duemila anni rappresenta la possibilità di rinnovamento per l'umanità. I volontari della parrocchia di San Giuseppe Artigiano non si arrenderanno. Lo dimostrano le parole finali: "Ci auguriamo di non dover di nuovo fare i conti con questo". È l'augurio di tutti noi carpigiani che credono ancora nel rispetto e nella bellezza della tradizione. Perché alla fine, cari vandali notturni, potete rubare una statuina, ma la speranza quella resta. E cresce proprio dove pensate di averla distrutta.
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