Una serata di ottobre che avrebbe potuto essere come tante altre, invece si è trasformata in un episodio da film dell'orrore per una donna che passeggiava lungo via Argine Panzano, tra Campogalliano e Carpi. Nel buio della notte, quella che sembrava una semplice macchia bianca in un fosso si è rivelata essere qualcosa di ben diverso: un pitone di cinque metri, probabilmente albino, abbandonato come un rifiuto qualunque. La scoperta, avvenuta la sera del 13 ottobre, ha subito fatto il giro dei social media, scatenando una comprensibile ondata di indignazione. "Sembra morto, ma non mi sono avvicinata", ha raccontato la donna che per prima si è imbattuta nel gigantesco rettile, dopo aver prontamente avvertito i carabinieri forestali. Una reazione più che comprensibile, considerando che ci si trovava di fronte a uno degli animali più imponenti del regno animale. Quello ritrovato nelle nostre campagne è molto probabilmente un pitone reticolato, una specie che può raggiungere dimensioni impressionanti - fino a otto metri e mezzo di lunghezza - e che trova il suo habitat naturale nel Sud-Est asiatico. Non certo nella tranquilla pianura che separa Carpi da Campogalliano, dove al massimo ci si aspetterebbe di incontrare qualche innocua biscia d'acqua. Il caso solleva interrogativi pesanti sulla detenzione illegale di animali esotici. Secondo la legge 150 del 1992, che regola la detenzione di animali pericolosi in Italia, possedere un pitone di queste dimensioni richiede autorizzazioni specifiche e condizioni di custodia rigorose. Non tutti sanno che questi magnifici predatori, per quanto affascinanti, rappresentano un pericolo concreto per l'incolumità pubblica e necessitano di cure specialistiche che vanno ben oltre le possibilità del comune cittadino. La triste realtà è che qualcuno ha pensato bene di liberarsi del problema nel modo più vigliacco possibile: abbandonando l'animale - morto o moribondo - come si farebbe con un vecchio frigorifero. Un gesto che testimonia non solo l'irresponsabilità di chi aveva deciso di tenere in casa un gigante del genere, ma anche una totale mancanza di rispetto per una creatura che, nel suo ambiente naturale, rappresenta uno dei predatori più perfetti della natura. L'episodio dovrebbe far riflettere tutti noi su quanto sia facile, oggi, procurarsi animali esotici senza avere la minima idea di cosa significhi davvero prendersene cura. Dietro ogni pitone abbandonato c'è sempre la stessa storia: l'entusiasmo iniziale di possedere qualcosa di "diverso", seguito dall'amara scoperta che un serpente di cinque metri non è esattamente come un gatto domestico. Le indagini dei carabinieri forestali chiariranno certamente i dettagli di questa vicenda, ma il messaggio è già chiaro: i nostri fossi non sono discariche per sogni esotici finiti male.
Il mistero del gigante del Sud-Est asiatico nelle nostre campagne