Quando un progetto semplice diventa un labirinto burocratico e finisce con un risparmio forzato di 11 mila euro, forse è il caso di domandarsi se non stiamo complicando troppo le cose. È la storia del tratto di via Roosevelt che tutti i carpigiani conoscono: quello stretto passaggio dove l'ex mulino della Gabarda costringe i ciclisti a fare slalom tra i condomini o, più spesso, a sfidare la sorte pedalando in mezzo alle auto. Era il 24 febbraio 2018 quando il Comune di Carpi affidò all'ingegner Fabio Ferrini di Modena un incarico che sulla carta sembrava semplice: "adeguare la pista pedonale di via Roosevelt". In altre parole, risolvere quella famosa strettoia che da anni fa impazzire chi va in bicicletta e chi guida l'auto. Un problema che chiunque passi di lì conosce bene: i ciclisti, stanchi di fare il giro lungo tra i palazzi che circondano il mulino in rovina, preferiscono giocarsi la vita sulla corsia delle automobili. Il progetto è partito con tutto l'entusiasmo del caso: rilievi altimetrici, disegni delle pavimentazioni, studi idraulici, sopralluoghi con Aimag e Bonifica, progetti per sistemare la rete fognaria. Ma ecco il colpo di scena: quello che doveva essere un semplice adeguamento della ciclabile si è trasformato in un piano di riqualificazione dell'intera area. Come spesso accade quando si mette mano a qualcosa di apparentemente semplice, il progetto è cresciuto fino a diventare qualcosa di completamente diverso. E qui arriva il bello: i costi sono lievitati al punto da rendere l'opera "antieconomica", come recita pudicamente il documento comunale. Risultato? Il Comune ha deciso di sciogliere consensualmente il contratto, pagando al progettista 11.419 euro invece dei 22.617 euro concordati inizialmente. Un risparmio che sa di beffa: il professionista è stato penalizzato per aver fatto troppo bene il suo lavoro, andando "ben oltre il perimetro dell'incarico". La cosa più curiosa è che il compenso ridotto si basa sul "riconoscimento reciproco delle elaborazioni progettuali anche in assenza di approvazione". In parole povere: il lavoro c'è, è stato fatto, ma non serve più. E così l'ex mulino della Gabarda continua a fare da ostacolo ai ciclisti di via Roosevelt, mentre le auto continuano a condividere loro malgrado la carreggiata. Un piccolo dramma quotidiano che si ripete ogni giorno sotto gli occhi di tutti, in attesa che qualcuno trovi una soluzione più semplice e meno costosa. Intanto, per fortuna, il Comune ha avviato altri lavori di riqualificazione su un diverso tratto di via Roosevelt (tra via Lago di Bracciano e via Bonasi), con fondi del Ministero dell'Ambiente per oltre 385 mila euro. Questi lavori, iniziati nell'ottobre 2024, prevedono l'allargamento della pista ciclabile a 2,5 metri e il limite di velocità a 30 km/h. Forse un segnale che la strada giusta per migliorare la mobilità ciclistica a Carpi esiste, basta non complicarsi troppo la vita. Come spesso accade dalle nostre parti, la burocrazia ha avuto la meglio sul buon senso. E l'ex mulino, testimone silenzioso di questa piccola odissea amministrativa, continua a guardare il via vai di ciclisti coraggiosi e automobilisti rassegnati.