Un investimento da
1,2 milioni di euro proveniente dai fondi PNRR segna una svolta tecnologica per l'ospedale carpigiano. Ma la giornata dell'inaugurazione è stata anche l'occasione per salutare chi ha fatto la storia della radiologia locale: il dottor
Raffaele Sansone, che dopo 39 anni di onorato servizio appende il camice al chiodo.
Una tecnologia che fa la differenza
La nuova risonanza magnetica dell'ospedale
Ramazzini non è solo un aggiornamento tecnologico, ma un vero salto nel futuro della diagnostica carpigiana. L'apparecchiatura, entrata in funzione nei giorni scorsi e inaugurata ufficialmente alla presenza del direttore generale dell'AUSL
Mattia Altini e del sindaco
Riccardo Righi, sostituisce il precedente macchinario del 2011. I numeri parlano chiaro: lo scorso anno il Ramazzini ha erogato
5.490 prestazioni di risonanza magnetica, a testimonianza di quanto questa diagnostica sia diventata fondamentale per la salute dei carpigiani. La nuova macchina, con il suo "tunnel" più ampio, promette di ridurre i disagi per i pazienti e di ampliare significativamente la gamma di esami possibili. Come confermato dalle iniziative analoghe in altre regioni italiane, i fondi PNRR stanno permettendo un vero rinnovamento del parco tecnologico ospedaliero nazionale. In Toscana, per esempio, sono state installate 93 nuove apparecchiature sanitarie entro il 2024, per un investimento di 47 milioni di euro, mentre in Veneto la Regione destina ogni anno circa 70 milioni per l'aggiornamento delle attrezzature sanitarie.
L'addio di un protagonista
Ma questa giornata speciale ha avuto anche un sapore agrodolce. Il
22 dicembre il dottor
Raffaele Sansone lascerà definitivamente il Ramazzini dopo una carriera che attraversa quasi mezzo secolo di medicina. Entrato all'AUSL nel 1986 come assistente medico in radiologia, Sansone ha vissuto in prima persona l'evoluzione della diagnostica per immagini. Ha visto nascere la risonanza magnetica negli anni '80, quando era ancora considerata una tecnica d'avanguardia, e ora la consegna alle nuove generazioni in una versione che i pionieri della sua epoca non avrebbero mai immaginato. "Lascio un reparto con colleghi capaci e motivati", ha dichiarato con evidente commozione. "Ho scelto di fare il medico perché mi è sempre piaciuto e mi ha appassionato". Il suo percorso professionale racconta la storia della sanità locale: dal Ramazzini al Sant'Agostino di Modena nel 2005, poi direttore a Pavullo nel 2011, e infine il ritorno a casa nel 2013 come direttore della radiologia carpigiana.
Investimenti e prospettive
Il contributo del PNRR
"Questa nuova risonanza magnetica rappresenta un investimento importante per la comunità", ha sottolineato
Altini. L'apparecchiatura potrà eseguire in massima sicurezza esami alla mammella, alla prostata, cardiaci e neurologici, entrando a far parte del circuito provinciale dell'AUSL. Il sindaco
Righi ha posto l'accento sulla visione complessiva: "Sul Ramazzini è stato compiuto un investimento che fa parte di una complementarietà. Negli ultimi tre anni sull'ospedale sono stati investiti circa
5 milioni di euro tra nuove strutture e lavori di adeguamento".
La questione del personale
Tuttavia, come ha giustamente sottolineato il primo cittadino, rimane aperta la questione del personale. Un tema che tocca non solo Carpi ma l'intero sistema sanitario nazionale, dove l'innovazione tecnologica deve necessariamente andare di pari passo con la valorizzazione delle risorse umane. L'addio del dottor Sansone rappresenta simbolicamente questa sfida: come sostituire l'esperienza e la passione di chi ha dedicato una vita al servizio pubblico? La risposta sta proprio in quella "squadra capace e motivata" che il radiologo lascia in eredità, ma che avrà bisogno del giusto sostegno per continuare a garantire l'eccellenza che i cittadini di Carpi meritano.