Il sindaco Righi e il cane antidroga: quando l'opposizione aveva ragione da cinque anni


Il sindaco Righi e il cane antidroga: quando l'opposizione aveva ragione da cinque anni

Un'inversione a U che fa discutere. Riccardo Righi, sindaco di Carpi, ha annunciato sui social la sua intenzione di dotare il comando della Polizia Locale di un cane antidroga. Una scelta che avrebbe dovuto essere una vittoria bipartisan per la sicurezza della città, se non fosse che l'opposizione di destra chiede esattamente questo dal 2019. Annalisa Arletti, consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d'Italia a Carpi, non ha perso tempo: "È una misura che chiediamo dalle elezioni amministrative del 2019 e che abbiamo portato in Consiglio comunale più volte, anche di recente con una mozione condivisa con la Lega". E aveva ragione: quella del cane antidroga è stata davvero una loro "storica battaglia", come la definisce lei stessa, nata "dall'ascolto del territorio e dalla volontà di garantire più sicurezza e controllo, specie nei luoghi frequentati dai giovani". A rincarare la dose ci pensa Giulio Bonzanini della Lega: "Con grave e colpevole ritardo, il Sindaco Righi annuncia questa volontà dopo anni di richieste puntuali". Il consigliere non risparmia critiche alla "mancanza di collaborazione da parte di una Giunta Pd sorda ad ogni consiglio" e parla di "palese mancanza di onestà intellettuale". Ma forse la cosa più curiosa è il metodo scelto da Righi per comunicare questo cambio di rotta: un post sui social, candidamente scritto come se fosse una sua idea originale. Nessuna comunicazione ufficiale, nessun riconoscimento alle istanze dell'opposizione, nessuna spiegazione razionale del ripensamento. Solo un annuncio informale che rivela di aver "chiesto che il Comando della Polizia Locale si doti di un cane antidroga, per intensificare i controlli e la prevenzione". Il problema, però, è che un'unità cinofila non si improvvisa. Non è come installare una telecamera: serve un agente accompagnatore specializzato e, stando a quanto riferito da fonti del vicino Comune di Mirandola che già dispone di questo servizio, il costo si aggira sugli 80mila euro all'anno. Una cifra non indifferente per le casse comunali, che forse meriterebbe una discussione più approfondita di un semplice post social. L'opposizione ha tutte le ragioni per rivendicare il merito di una proposta sostenuta per anni, mentre la maggioranza aveva sempre risposto sulla sua "sostanziale inutilità", sostenendo che Polizia e Carabinieri possono già ricorrere a unità provinciali o al Gruppo cinofilo regionale quando necessario. Cosa abbia spinto il sindaco a questa repentina conversione resta un mistero. Forse le cronache degli ultimi tempi hanno fatto maturare nel Pd carpigiano qualche preoccupazione sui temi della sicurezza? Oppure si è semplicemente reso conto che, talvolta, anche l'opposizione può avere buone idee? In ogni caso, cinque anni per accorgersi che una proposta di buon senso sia effettivamente sensata sembrano davvero troppi.

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