Il ultimo concerto che non ci sarà: Carpi saluta il Maestro Vessicchio


Il ultimo concerto che non ci sarà: Carpi saluta il Maestro Vessicchio
La notizia che tutti speravamo di non sentire mai è arrivata come un fulmine nell'autunno carpigiano: Beppe Vessicchio, il Maestro con la M maiuscola, se n'è andato all'età di 69 anni l'8 novembre scorso. E la sua scomparsa lascia un vuoto che si sente ancora più forte qui a Carpi, dove il Teatro Comunale doveva essere teatro – mai parole furono più appropriate – di una prima nazionale che ora resterà per sempre scritta solo sui programmi di sala.

Un debutto che doveva essere storico

"Ecco che incontro l'anima": questo il titolo poetico dello spettacolo che il 27 marzo avrebbe visto Vessicchio dirigere un'orchestra di 28 elementi accanto alla voce inconfondibile di Ron e alla magia visiva della sand artist Simona Gandola. Una prima nazionale, prodotta da International Music and Arts, che prometteva di trasformare il nostro Comunale in un laboratorio di emozioni dove musica e arte visiva si sarebbero incontrate in un dialogo senza precedenti. Il progetto, ambizioso e poetico al tempo stesso, avrebbe visto le canzoni di Ron – dai suoi successi alle rivisitazioni di Tenco, Dalla, Endrigo – prendere vita attraverso gli arrangiamenti del Maestro e le immagini disegnate dal vivo con la sabbia. Un'esperienza multisensoriale che avrebbe fatto del nostro teatro il palcoscenico di un racconto musicale continuo, dove ogni brano sarebbe diventato capitolo di una storia più grande.

Il ricordo di un fratello della musica

Le parole di Ron per salutare il Maestro sono quelle di chi ha perso non solo un collaboratore, ma un fratello: "Se ne è andato un fratello. Ci eravamo rivisti quasi un anno fa al Paladozza di Bologna e, nel silenzio di un camerino, c'eravamo guardati negli occhi e poi… una gran risata. 'E se facessimo una tournée insieme? Che ne dici?' Rispose immediatamente di sì". Un sì che si è trasformato in mesi di lavoro insieme a Giuseppe Tassoni sugli arrangiamenti, telefonate dall'ospedale per parlare di musica fino all'ultimo, la condivisione di "L'uomo delle stelle" sul palco dell'Ariston. Piccoli gesti che raccontano la grandezza umana di un uomo che ha fatto della discrezione la sua forza più autentica.

Il silenzio rispettoso del Comunale

Dal Teatro Comunale di Carpi arriva per ora solo silenzio – un silenzio che sa di rispetto e di commozione. Nessun annuncio affrettato, nessuna sostituzione precipitosa. Solo l'attesa di capire come onorare al meglio la memoria di un artista che ha insegnato a generazioni intere che la musica non è solo mestiere, ma "un atto di civiltà e di empatia".

Un maestro che ha unito i mondi

Vessicchio – morto per una polmonite interstiziale precipitata rapidamente all'ospedale San Camillo di Roma – era riuscito nell'impresa più difficile: far dialogare la musica colta con quella popolare senza mai perdere in eleganza o rigore. Le sue bacchetta discreta ma carismatica aveva accompagnato il Festival di Sanremo per anni, rendendolo un binomio indissolubile con l'Ariston. Per questo Carpi lo aspettava con quella curiosità affettuosa che riserviamo agli artisti veri, quelli che sanno emozionare senza mai scendere a compromessi. Il concerto del 27 marzo doveva essere l'ennesima dimostrazione di come si possa fare spettacolo intelligente, dove "la bellezza si fa ascoltare e si lascia guardare".

Un sogno interrotto, una lezione che resta

Ora quel concerto resterà un sogno interrotto, ma la lezione del Maestro continua a risuonare: che la musica è soprattutto rispetto – per il suono, per l'armonia, per l'umanità che sa trasmettere. Vessicchio se n'è andato portando con sé progetti e melodie che non sentiremo mai, ma lasciandoci l'esempio di una vita dedicata all'arte senza compromessi. Il Teatro Comunale resterà in attesa, come tutti noi. Perché certi vuoti non si colmano con sostituzioni affrettate, ma si onorano con il silenzio e la memoria di chi ha saputo fare della musica un ponte tra i cuori. "Dirige l'orchestra il maestro Beppe Vessicchio": questa frase, sentita migliaia di volte, continuerà a risuonare ogni volta che la musica si farà davvero grande. Anche se il Maestro ora dirige un'orchestra che solo lui può sentire.
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