Sabato all'alba, mentre Carpi dormiva ancora i sonni del giusto, via Garagnani si è trasformata in un ring all'aperto. Una rissa che ha coinvolto una decina di persone ha svegliato i residenti della zona e richiesto l'intervento di più pattuglie delle forze dell'ordine. Ma se pensate che la storia finisca qui, vi sbagliate di grosso. Perché a Carpi, ormai, ogni fatto di cronaca innesca un meccanismo ben rodato: prima arrivano i fatti, poi i comunicati, infine le polemiche sui comunicati. È quello che potremmo chiamare il "metodo Carpi" della comunicazione politica, dove la cronaca diventa pretesto per un ping pong di dichiarazioni che sembrano più una partita a tennis che un dibattito costruttivo. Il sindaco Riccardo Righi e l'assessore alla Sicurezza Paola Poletti hanno preso posizione con fermezza, parlando di "tolleranza zero" verso questi episodi. Parole che, in tempi normali, sarebbero state accolte come un segno di responsabilità istituzionale. Ma questi, evidentemente, non sono tempi normali. Fratelli d'Italia, con la consigliere regionale Annalisa Arletti e la presidente del circolo carpigiano Federica Carletti, ha infatti trasformato la condanna degli amministratori in un nuovo capitolo della polemica politica. Le due esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno definito "goffo e malriuscito tentativo" le parole del sindaco e dell'assessore, accusando l'amministrazione di aver "ignorato troppo a lungo" il problema della sicurezza urbana. È curioso osservare come in questa città anche una condanna ferma della violenza possa diventare motivo di scontro. Come se esistesse un copyright sulla preoccupazione per la sicurezza dei cittadini, o come se ci fosse un modo giusto e uno sbagliato per dispiacersi di una rissa all'alba. I carpigiani, intanto, continuano a svegliarsi ogni mattina sperando che le notizie del giorno riguardino magari l'inaugurazione di una nuova pista ciclabile o la vincita di qualche premio gastronomico per la nostra amata stria. Invece si ritrovano a leggere di risse notturne e duelli a colpi di comunicato stampa. Forse sarebbe il caso di ricordare che dietro ogni fatto di cronaca ci sono persone reali, che vivono in vie reali, e che meritano risposte concrete più che schermaglie dialettiche. La sicurezza non è una bandiera da sventolare, ma un diritto da garantire. E su questo, almeno, dovremmo essere tutti d'accordo.